Agevolazioni

Oliveti (Adepp): «Prima del progetto viene la formazione del professionista»

di Valentina Melis

Presidente Oliveti, a che punto è il dialogo con le Regioni per il recepimento effettivo nei bandi della possibilità per i professionisti di accedere ai fondi europei della programmazione 2014-2020?


Il dialogo tra l’Adepp e le amministrazioni regionali è ormai diventato un rapporto strutturato. Gli incontri, le iniziative comuni, la firma di protocolli d'intesa fanno parte delle agende di entrambi. Con la Calabria ad esempio abbiamo già firmato un accordo che vede, nel futuro molto prossimo, l'Adepp come punto di riferimento per una attività di formazione da svolgere all'interno delle Università della Regione, sul tema dell'accesso ai fondi, dei finanziamenti, dell'autoimprenditorialità, della previdenza. Gli ambiti nei quali si muovono alcune Regioni riguardano il microcredito, il credito d'imposta e i finanziamenti a tasso agevolato per sostenere l'avvio dell'attività lavorativa come l'apertura di studi professionali. Su questa linea di azione si muovono l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Sicilia, la Sardegna e appunto la Calabria. Il Friuli Venezia Giulia copre il 40% delle spese ammissibili per l'avvio e il funzionamento dei primi tre anni di attività professionale in forma individuale. Sulle startup stanno investendo molto sia il Lazio sia la Lombardia. La Toscana è stata tra le prime a mettere in campo finanziamenti aperti anche ai liberi professionisti soprattutto ai giovani. Ma questi sono solo esempi perché c'è molto di più. Non sono più solo i giovani e le donne ad essere al centro delle politiche di sostegno, si stanno aprendo nuovi bandi indirizzati anche ai liberi professionisti che hanno già una attività avviata ma che hanno bisogno di quella formazione e innovazione necessaria per restare sul mercato o cercare nuovi mercati.


A suo avviso, quali possibilità concrete può aprire ai professionisti l'accesso ai fondi europei? In un contesto che vede oltre l'80% dei professionisti lavorare in studi singoli, crede che ci sarà la possibilità di accedere a bandi spesso complessi, con una progettualità strutturata?


Moltissime. I fondi europei, nazionali e regionali possono essere la risposta a una serie di problematiche che un mercato del lavoro sempre più globalizzato sta ponendo soprattutto ai liberi professionisti. La crisi che ha investito tutte le categorie ha prodotto non solo un calo dei redditi drammatico ma una chiara impossibilità ad avviarsi verso l'innovazione che l'evoluzione delle tecnologie impone. La formazione, l'innovazione ma anche l'ampliamento degli studi professionali sono tutti aspetti contenuti nei bandi europei e regionali. Può essere facilitato anche l'eccsso al credito, che spesso rappresenta un problema anche per i liberi professionisti. Quanto alla complessità dei bandi e alla farraginosità delle procedure, l'Adepp, così come molte casse di previdenza, stanno avviando percorsi per erogare ai propri iscritti servizi in questo campo.


Che cosa sta facendo l’Adepp per sostenere i professionisti e le Casse in questo processo?


L'Adepp per fare un esempio ha fatto un ulteriore passo in avanti rispetto al protocollo d'intesa che aveva firmato con il ministero del lLavoro e delle politiche sociale sulla Garanzia giovani. Il 1° marzo è nato il “Fondo Selfie Employment” per l'incentivazione dell'autoimpiego destinato alle categorie di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro. Un fondo che prevede prestiti a tasso zero proprio in favore di iniziative di autoimpiego e auto imprenditorialità e l'Adepp metterà a disposizione le proprie competenze e le proprie expertise nella fase di compilazione del formulario on line di richiesta del credito da parte dei giovani Neet interessati ad avviare un'attività professionale in proprio o in forma associata/società tra professionisti, offrendo “a latere” anche un servizio di “Mentoring” post-start up per l'affiancamento dei giovani professionisti nel loro percorso di consolidamento della propria attività. Inoltre, l'Associazione affiancherà il ministero del Lavoro e delle politiche sociali e Invitalia Spa con un'attività di promozione e informazione. Verrà realizzata un'iniziativa per fornire informazioni puntuali sulle opportunità offerte dalle misure della Garanzia per i giovani e si organizzeranno incontri coinvolgendo rappresentanti dell'Autorità di gestione ed esperti nel settore, per offrire servizi specialistici come ad esempio la spiegazione degli adempimenti burocratici e amministrativi, nonché l'elaborazione e la stesura del business plan.
Più in generale l'Associazione si sta strutturando all'insegna di un progetto battezzato Wise, che sta per welfare, investimenti, servizi ed Europa. In tutti questi settori sono previste sinergie e collaborazioni tra le Casse. Nell'ambito comunitario lavoreremo sia per intercettare con la massima efficacia fondi e finanziamenti specifici, sia per realizzare in prima persona quell'azione sistematica di tutela degli interessi legittimi e specifici che possa proiettare il sistema Casse anche in Europa in una dimensione di più ampia considerazione e peso specifico.


A suo avviso qual è la criticità maggiore per l'accesso effettivo dei professionisti ai fondi europei?

La necessità di formazione e di informazione. Su questi due aspetti, infatti, si concentra l'attività dell'Adepp. Non basta avere un buon progetto per ottenere il finanziamento: è indispensabile prima conoscere gli ambiti previsti dai bandi e poi, certo, essere in grado di elaborare un buon business plan. Inoltre, l'inserimento dei professionisti nell'accesso ai bandi europei è ancora nella fase sperimentale e quindi bisogna continuare a fare un lavoro di lobby nel senso buono del termine per spiegare un mondo che è evidentemente complesso, che racchiude categorie molto diverse tra loro.

Nel dialogo con le casse europee, avete l'impressione che in altri Paesi l'accesso dei professionisti ai fondi sia già avviato? Ci sono best practice che l'Italia può mutuare?

La situazione è completamente diversa perché nel resto d'Europa vi sono professionisti che accedono da anni ai bandi in quanto considerati o come capitale umano da qualificare e quindi rientrante nelle politiche del Fondo sociale europeo, oppure piccole e medie imprese innovative e quindi rientranti nelle misure del Fesr. La distinzione giuridica e formale tra liberi professionisti e Piccole e medie imprese che abbiamo in Italia ha ostacolato finora l'accesso alle politiche economiche. Oggi dobbiamo guardare al professionista non solo e non tanto come soggetto giuridico, ma come soggetto economico.

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