Agevolazioni

Incentivi a chi trasforma contratti a tempo e apprendistato

di M. Rog. e Cl. T.

Si estende il “raggio d’azione” della decontribuzione al 50% per i primi tre anni di contratto a tempo indeterminato. Lo sgravio spetterà anche alle aziende che stabilizzano un contratto a termine o un apprendistato.

Giorno dopo giorno si affina l’intervento allo studio dei tecnici di palazzo Chigi, ministero del Lavoro e Mef, per spingere l’occupazione giovanile in vista della legge di Bilancio 2018. Complessivamente, il pacchetto lavoro, alla fine, potrebbe arrivare a 2-2,5 miliardi, compreso il cosiddetto piano formazione 4.0. Molto dipenderà dal tipo di misura che sarà scelta per tagliare strutturalmente il costo del lavoro stabile (solo la decontribuzione del 50% per i primi due/tre anni di contratto stabile o anche l’aggiunta di un taglio permanente di 3 punti dell’aliquota contributiva per gli anni successivi) e, soprattutto, dagli eventuali nuovi spazi di finanza pubblica che potrebbero aprirsi con la revisione del quadro macroeconomico e a metà settembre.

La Nota di aggiornamento del Def, da presentare il giorno 20 del prossimo mese, dovrebbe infatti certificare la revisione al rialzo della stima del Pil per il 2018 al momento previsto all’1%. E anche il tasso d’inflazione potrebbe essere ritoccato verso l’alto. In questo caso il Governo potrebbe avere la possibilità di utilizzare una dote maggiore per le cosiddette misure espansive al momento ipotizzata in 7-9 miliardi dei 13-15 miliardi da trovare, sempreché la Ue conceda, come è ormai quasi certo, il via libera definitivo a nuova ”flessibilità” per 8-9 miliardi (correzione dei conti di 0,3 punti di Pil invece degli 0,8 punti originariamente previsti). Una flessibilità che sarà usata per disinnescare completamente le clausole di salvaguardia fiscali, insieme ad altri 6-7 miliardi della fetta di risorse da recuperare. Per la sterilizzazione degli aumenti Iva e accise servono infatti altri 15,3 miliardi.

Secondo i tecnici del governo, l’allargamento dello sgravio contributivo anche alle trasformazioni di contratti a termine e apprendistato «è un primo passo» per rendere più appetibile la misura alle imprese (che comunque spingono per ottenere un incentivo totale e permanente per rilanciare, davvero, l’occupazione giovanile).

«Scommettendo in prima battuta sull’apprendistato e subito dopo confermando a tempo indeterminato la risorsa l’impresa avrebbe uno sconto consecutivo per sei anni - spiega Marco Leonardi, a capo del team economico di palazzo Chigi -. Ai primi tre anni da apprendista tassati infatti al 10% ne seguirebbero altri tre con una tassazione al 15 per cento».

Quanto all’intervento “taglia cuneo” complessivo resta da sciogliere il nodo “età”: fermare l’incentivo alle assunzione stabili degli under29 o salire a 32 anni. I contorni normativi della misura sembrerebbero invece abbastanza delineati. Tra i punti quasi fermi c’è la cosiddetta norma anti-licenziamenti: l’azienda, per usufruire dello sgravio parziale, non deve aver licenziato nei sei mesi precedenti l’assunzione stabile del giovane, che, poi, non deve essere licenziato nei sei mesi successivi. Ci sarebbe inoltre un tetto all’incentivo: 3.250 euro l’anno (la stessa cifra prevista dalla decontribuzione 2016 targata Jobs act e oggi presente nel bonus Sud). In ogni caso, i contributi tagliati saranno fiscalizzati per evitare ricadute negative sugli importi delle future pensioni degli assunti “agevolati”.

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