Agevolazioni

Autonomi, sconto del 50% sui contributi

di Marco Rogari e Claudio Tucci

Il cantiere della manovra è giunto alla fase finale. E i tecnici del Governo stanno moltiplicando gli sforzi per valutare le varie proposte da inserire nei capitoli della legge di bilancio per il 2018, che dovrebbe vedere la luce tra lunedì e martedì, insieme al cosiddetto decreto fiscale. Tra le ultime opzioni sul tavolo spunta il dimezzamento dei contributi anche per i lavoratori autonomi “giovani”.

L’agevolazione scatterebbe per i primi tre anni, analogamente allo schema d’incentivo pensato per le assunzioni stabili degli under 29, già considerato uno dei punti fermi della prossima “ex legge di stabilità”. Restano però da sciogliere diversi nodi. A cominciare dalla definizione della platea e, conseguentemente, dell’impatto di un intervento di questo tipo per le casse dello Stato. Attualmente le chances di successo della misura sarebbero vincolate a un’operazione sul lavoro autonomo con una ricaduta per i conti pubblici non superiore ai 250-300 milioni. Anche per questo motivo sarebbero necessari alcuni paletti, come quello della soglia anagrafica.

Non mancano, dunque, le incognite. L’intervento non è ancora sicuro. Ma, con il trascorrere delle ore, l’ipotesi di estendere la decontribuzione all’intero mondo del lavoro (subordinato e autonomo) sta sempre più prendendo quota.

A considerare questa misura sicuramente funzionale al dispositivo che l’esecutivo sta mettendo a punto sul lavoro è il viceministro dell’Economia, Enrico Morando. «Se l’obiettivo è il rilancio dell’occupazione giovanile, personalmente ritengo che analogamente allo sgravio per le assunzioni stabili dei giovani vada pensato uno stesso privilegio fiscale-contributivo per i giovani lavoratori autonomi», sottolinea il vice ministro Morando, che conferma come l’intervento sia oggetto delle prime simulazioni dei tecnici del ministero di via XX Settembre.

Va comunque ricordato che le aliquote contributive del lavoro subordinato e del lavoro indipendente sono diverse e quindi l’effettivo beneficio delle agevolazioni non sarebbe della stessa entità e anche che le professioni regolamentate autonomamente hanno già quasi in toto previsto misure di “vantaggio” per i loro neo-iscritti. A ritenere positivo un eventuale intervento in questa direzione è anche il presidente di Anpal, nonché autore dello statuto del lavoro autonomo, Maurizio Del Conte. «Ridurre il carico fiscale-contributivo nella fase iniziale dell’attività autonoma sarebbe un segnale positivo - spiega - anche perché si muoverebbe sullo stesso solco tracciato dalla riforma e avrebbe inoltre l’effetto di valorizzare i rapporti autonomi genuini».

Al Mef si sta anche faticosamente cercando di trovare la quadratura del cerchio delle coperture necessarie per la legge di bilancio e il decreto fiscale rispettando i paletti fissati dalla Nota integrativa della NaDef (Nota di aggiornamento del Def), presentata la scorsa settimana in Parlamento dal ministro, Pier Carlo Padoan. I 19,6 miliardi della prossima manovra dovranno essere assicurati da quasi 11 miliardi di ulteriori spazi di “flessibilità” concordati con Bruxelles, e da 8,6 miliardi di risorse che il Governo sarà chiamato a individuare autonomamente (5,1 miliardi di maggiori entrate fiscali, prevalentemente da lotta all’evasione, e 3,5 miliardi da tagli di spesa).

Ma c’è anche un’altra partita che il Governo sta giocando: quella di un’utilizzazione rafforzata dei fondi Ue facendo leva proprio sulla prossima manovra. Risorse che potrebbero sostanzialmente essere “riversate” sul capitolo lavoro attraverso il rifinanziamento dell’incentivo occupazione al Sud e del bonus per gli under 29 “Neet” nell’orbita comunitaria del programma “Garanzia giovani”.

Le ipotesi di intervento sul costo del lavoro

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