Agevolazioni

Si ferma la discesa dei tassi per il credito agevolato

di Alessandro Spinelli

Si arresta a febbraio la discesa nei valori del tasso di riferimento per il credito agevolato a industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile e zone sinistrate del Vajont (settore industriale), la cui misura in vigore dal primo dell’anno si mantiene sul valore di 1,98%, esattamente lo stesso valore del precedente mese di gennaio.

In funzione della presente evoluzione, il valore dell’indicatore permane sotto la soglia del 2,00%, e, in conseguenza, tutti i valori dei tassi agevolati delle leggi che dipendono dal tasso di riferimento nazionale fanno segnare una generalizzata stabilità sui valori dello scorso mese, rimanendo in tal modo fissi sui livelli minimi del periodo.

Si deve tenere presente che gli attuali valori dei tassi di riferimento, e di conseguenza dei tassi agevolati ad essi collegati, sono stati calcolati in base alle commissioni onnicomprensive a favore degli istituti di credito in vigore per l’anno 2017. Pertanto, in caso di variazione di tali commissioni per il 2018, anche i valori dei tassi di riferimento e dei tassi agevolati ad essi collegati varieranno retroattivamente a far data dal primo gennaio.

Siamo in presenza di una stabilità anche nei valori del tasso di riferimento comunitario da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione per la concessione di incentivi a favore delle imprese. Il livello di questo indicatore si mantiene stabile sul valore di 0,82%, (-0,18 tasso base con maggiorazione di 100 punti) con decorrenza dal 1° gennaio 2018, con una flessione complessiva dello 0,03 % rispetto al precedente valore dello 0,85% in vigore a dicembre.

Si mantiene fermo anche il tasso di sconto comunitario dopo l’ultima modifica decisa dalla Banca centrale europea che ha azzerato il livello del tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’eurosistema, con validità a partire dall’operazione con regolamento 16 marzo 2016. La diminuzione del valore del parametro rispetto alla precedente misura dello 0,05 per cento è stata dello 0,05 per cento.

Un andamento analogo nella sostanza a quello già riscontrato per il parametro di riferimento si ritrova anche nell’evoluzione dei rendimenti effettivi lordi dei titoli pubblici, che presentano un incremento di intensità estremamente contenuta; il dato per dicembre del Rendistato si fissa all’1,050% con una variazione in aumento pari allo 0,022%, rispetto al valore di 1,028% fatto segnare a novembre.

Rammentiamo che all’andamento del Rendistato è direttamente legato il valore del tasso di riferimento di cui rappresenta la componente variabile, unitamente al valore della commissione onnicomprensiva a favore degli istituti di credito che, al contrario, resta fissa per tutto l’anno.

Indicatori finanziari nazionali
Si prolunga a gennaio il periodo di stabilità in corso nei valori dell’Euribor (euro interbank offered rate); le misure medie mensili relative all’Euribor tre mesi, che rappresenta il tasso di riferimento per il mercato interbancario, si mantengono infatti sostanzialmente stabili sul valore negativo di 0,329% per l’indicatore a base 360 e di 0,334% per l’indicatore a base 365, in entrambi i casi con una variazione minima (-0,001%) rispetto ai precedenti dati di dicembre. I valori puntuali con valuta 31 gennaio 2018 si fissano allo 0,328% per il 360 e 0,333% per il 365 facendo registrare entrambi la medesima flessione minima dello 0,001.

Di intensità minima è anche la variazione che si segnala per la media mensile dell’Euribor a un anno, i cui valori, sempre negativi, si attestano rispettivamente allo 0,188% per l’indicatore a base 360 e 0,191% per l’indicatore a base 365, con una variazione analoga dello 0,002% rispetto ai precedenti dati di dicembre.

L'osservatorio di febbraio

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