Agevolazioni

Innovation manager, agevolazione congelata

di Giuseppe Latour

Sono passati tre mesi abbondanti dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2019, ma il profilo dell’innovation manager (il superconsulente che dovrebbe aiutare le Pmi nella transizione verso il digitale) non è ancora stato definito con esattezza. E, a causa di questa mancanza, resta per ora congelata nel 2019 la dotazione, pari a 25 milioni di euro, che la manovra aveva destinato ai cosiddetti «voucher», i contributi a fondo perduto dedicati proprio a pagare le consulenze specialistiche per l’innovazione.

Il meccanismo della legge di Bilancio (legge 145/2018, articolo 1, commi 228 e seguenti) prevedeva per i periodi di imposta 2019 e 2020 un contributo a fondo perduto, nella forma di voucher, per l’acquisto di «prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0». Il contributo per le micro e piccole imprese è pari al 50% dei costi sostenuti nel corso del periodo di imposta, entro il limite di 40mila euro. Per le medie imprese il contributo scende al 30%, con tetto a 25mila euro. In caso di adesione a un contratto di rete, il contributo è del 50%, con limite a 80mila euro. In sostanza, sono previste tre diverse gradazioni dell’incentivo dedicato agli innovation manager.

Tutti questi contributi sono subordinati alla sottoscrizione di un contratto di servizio tra l’impresa e la società di consulenza o il manager, che però devono essere iscritti «in un elenco istituito con apposito decreto del ministro dello Sviluppo economico». In questo provvedimento, saranno stabiliti - come prevede la legge di Bilancio - i requisiti necessari «per l’iscrizione nell’elenco delle società di consulenza e dei manager qualificati, nonché i criteri, le modalità e gli adempimenti formali per l’erogazione dei contributi e per l’eventuale riserva di una quota delle risorse da destinare prioritariamente alle micro e piccole imprese e alle reti d’impresa».

Questo decreto, dalla cui approvazione dipende l’attivazione del meccanismo, era programmato «entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore» della manovra. Quindi, entro il primo aprile. La scadenza è appena passata e, nonostante la grande attenzione delle imprese verso questa agevolazione, il ministero non è riuscito a rispettarla, lasciando il mercato in attesa di un lungo elenco di decisioni.

Oltre alla rilevanza ovvia delle modalità materiali di erogazione dei contributi, infatti, anche nel capitolo dedicato ai criteri di accesso al nuovo elenco ci saranno da prendere decisioni importanti. Bisognerà, ad esempio, stabilire quali sono le competenze necessarie e qual è il percorso formativo richiesto ai manager. O, ancora, in che modo andrà fatta l’iscrizione, per quanto tempo resterà valida e come i manager andranno integrati nell’organizzazione delle imprese.

Una bozza del decreto (che per entrare in vigore non ha bisogno della pubblicazione in Gazzetta ufficiale) risulta pronta e alla firma del ministro. La sua approvazione, però, non sarà l’ultimo passaggio prima della partenza del meccanismo. Servirà anche un secondo provvedimento, per regolare la procedura di presentazione delle domande di accesso all’elenco. Per consentire alle imprese una pianificazione efficace nel 2019, insomma, bisognerebbe partire subito.

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