Agevolazioni

I disillusi del bonus Resto al Sud, il ritardo del decreto riduce la platea

di Giuseppe Latour

Under 46 e professionisti finalmente accedono al programma «Resto al Sud». Con una eccezione: chi ha compiuto 46 anni quest’anno, prima del prossimo 8 dicembre, resterà tagliato fuori dall’agevolazione.

A quasi un anno dalla legge di Bilancio per il 2019 (legge 145/18, articolo 1 comma 601) che aveva sancito l’allargamento del perimetro di uno strumento che ha a disposizione ancora circa 1,1 miliardi, il Governo approva le modifiche che allargano il perimetro del bonus. Ma non prevede un periodo transitorio che salvi chi ha perso i requisiti in attesa del decreto attuativo. Creando così una truppa di esodati.

Resto al Sud è uno strumento gestito da Invitalia, che punta a sostenere la nascita di imprese nel Mezzogiorno.

Il bonus è stato reso operativo il 6 dicembre del 2017, con un decreto ministeriale (174/17) che ne ha fissato le regole di attuazione, a valle dal decreto Mezzogiorno (Dl 91/17). A disposizione ha una dotazione da 1,25 miliardi secondo un piano che arriva fino al 2025.

A oggi è stata impiegata in piccolissima parte: appena 125 milioni tra somme erogate e impegnate, per circa 4mila domande approvate. Per incrementare erogazioni e beneficiari, la legge di Bilancio 2019 aveva disposto l’estensione del bonus ai liberi professionisti e l’innalzamento del tetto di età previsto per fare domanda, da 35 a 45 anni.

Nonostante il Governo avesse auspicato un’approvazione rapidissima, con una semplice circolare, la macchina è rimasta ferma per quasi un anno. Bloccando decine di progetti già pronti. Serviva, infatti, un decreto interministeriale di modifica del provvedimento di fine 2017.

Adesso (Gazzetta ufficiale del 23 novembre 2019), quel decreto è arrivato a destinazione. Modificando le regole di attuazione esistenti. Porta la firma del ministero per il Sud, di concerto con quelli dell’Economia e dello Sviluppo economico. Potranno, quindi, presentare domanda di ammissione alle agevolazioni «i soggetti di età compresa tra i 18 ed i 45 anni», non più quindi solo gli under 36.

Inoltre, l’incentivo sarà a disposizione delle imprese individuali e delle società, incluse quelle tra professionisti. Fanno eccezione le attività libero-professionali svolte in forma individuale, per le quali sarà richiesta unicamente la partita Iva e, se prevista, l’iscrizione all’Ordine.

Resta un problema: cosa accade a coloro che avevano il requisito dei 45 anni al 1° gennaio 2019, data di entrata in vigore della legge di Bilancio, ma che hanno compiuto 46 anni prima del prossimo 8 dicembre? Resteranno fuori, dal momento che il provvedimento non prevede un periodo transitorio. Possibile che la legge di Bilancio provi a salvare questi esodati. Nel frattempo, per loro non ci saranno agevolazioni.

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