Agevolazioni

Via alle domande del bonus Resto al Sud

di Flavia Landolfi e Alessandro Sacrestano

A distanza di un anno esatto dall’annuncio dell’estensione ai professionisti di «Resto al Sud», si accende la “macchina” per la presentazione delle domande sulla piattaforma di Invitalia, gestore della misura: lo sportello aprirà i battenti questa mattina, secondo quanto risulta al momento di chiudere il giornale.

Dopo mesi di rinvii nei quali l’accesso per i professionisti è rimasto lettera morta, finalmente si accende semaforo verde e partono le procedure, prima grazie alla pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del 23 novembre del decreto 5 agosto 2019, n. 134 e poi con l’adozione della disciplina contenuta nella circolare n.22/2019 del dipartimento per le Politiche di coesione guidato dal ministro Giuseppe Provenzano.

La misura

Lo stanziamento per «Resto al Sud» valeva 1,25 miliardi di euro: un «tesoretto» ancora quasi del tutto intatto che potrà sostenere in un cocktail tra contributi a fondo perduto (35%) e finanziamenti bancari (65%) progetti individuali fino a 50mila euro che arrivano a un massimo di 200mila euro per le società, comprese quelle tra professionisti.

Per i lavoratori autonomi sono tre i profili ammessi: professionisti ordinistici, professionisti ex legge 4/2013, persone fisiche che al momento della presentazione della domanda non siano in possesso della partita Iva ma che provvedano entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) e infine le società tra professionisti, anche in via di costituzione.

Platea più ampia: l’età

Il documento integra, modificandola, la “vecchia” circolare del 2017 che aveva dato attuazione agli incentivi nati per le Pmi. Oltre alla data di apertura dello sportello di Invitalia prevista per oggi a partire dalle 12, la nuova circolare conferma l’innalzamento dell’età dei beneficiari da 35 a 45 anni (e cioé fino al compimento dei 46). A questo proposito vale la pena sottolineare che l’articolo 39 del disegno di legge di Bilancio 2020, ancora all’esame del Parlamento e quindi non vigente, ha previsto una “sterilizzazione” dell’età dei beneficiari alla data del primo gennaio 2019. In sostanza, a fronte dei ritardi accumulati in questi mesi per l’accesso alle risorse di «Resto al Sud» da parte dei professionisti, la manovra ferma l’orologio stabilendo che potranno accedervi tutti i lavoratori autonomi under 46 alla data del primo gennaio 2019. Si tratta di un periodo transitorio che se approvato in Parlamento consentirà ai professionisti che nel frattempo hanno compiuto 46 anni di poter accedere alle agevolazioni ma solo per gli anni 2019 e 2020: dopodiché si andrà a regime.

Estensione al cratere sismico

I contributi per aziende e professionisti sono vincolati alla residenza in una delle Regioni del Mezzogiorno. E quindi Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ma con il Dl 123/2019 la misura è stata estesa ai professionisti (e alle imprese) dell’area del cratere sismico del Centro Italia: e dunque Lazio, Umbria e Marche. La circolare, per la verità, non ne fa cenno: si tratta presumibilmente di un testo precedente all’emanazione del decreto sisma che resta però vigente allargando così la platea dei beneficiari.

Le esclusioni

Con la formalizzazione dell’ingresso dei professionisti nella platea dei beneficiari resteranno esclusi solo il commercio e l’agricoltura. I requisiti per l’accesso ai benefici tagliano fuori poi le posizioni già collocate nel mercato del lavoro: i professionisti che siano anche titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto non potranno beneficiare del bonus. Stessa cosa per i professionisti che, sebbene obbligati per la natura della professione svolta, non risultino iscritti ai rispettivi ordini professionali.Per quanto riguarda le società tra professionisti restano fuori quelle che hanno già ottenuto aiuti statali a favore dell’autoimprenditorialità.

La diversificazione

Il regolamento disciplina le attività finanziabili stabilendo come criterio generale quello della diversificazione dell’attività. Non potranno essere ammessi ai contributi i professionisti che sono stati titolari di partita Iva per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione e che, più nel dettaglio, sia associata ad un codice Ateco identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche a quello corrispondente all’attività oggetto domanda di ammissione alle agevolazioni.

Avanti tutta poi per le società tra professionisti «dalle quali ci aspettiamo interesse per questo strumento - dicono in Invitalia - soprattutto per l’avvio di studi multidisciplinari».

Le domande

Si parte oggi sulla piattaforma di Invitalia ma non sarà un click day: le risorse ci sono e sono sufficienti a coprire le richieste che si annunciano numerose. Invitalia su «Resto al Sud» ha viaggiato in questi mesi su un trend di 20 domande al giorno per un totale di circa 400 domande al mese e con tempi di risposta al di sotto della soglia normativa di 60 giorni. La partita quindi si gioca sulla qualità, molto meno sulla tempestività. Vince chi sarà più innovativo.

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