Agevolazioni

In Sicilia la formazione incontra l’impresa

di Emanuela Bocchiaro e Vincenzo Silvestri

La formazione professionale in Sicilia, snodo fondamentale per facilitare l'accesso al lavoro, è arrivata a occupare nell'isola, nel periodo 2006-2008, più di ottomila persone. È stata una delle maggiori industrie siciliane.

Ma a fronte di questo esercito di persone i tassi di disoccupazione sono rimasti a due cifre, superando il 20 per cento. Non va meglio sul fronte dell'istruzione, visto anche che proprio la formazione è uno dei problemi maggiori del mercato del lavoro siciliano. L'isola vanta in questo campo una serie di record uno più negativo dell'altro. Il 21% dei giovani siciliani lascia gli studi dopo la terza media, con punte del 25,2% nella provincia di Catania, e del 27,1 in quella di Caltanissetta. Le medie sono più alte di quelle del Sud nel suo complesso (18,5), dell'Italia (13,8) e ben lontane da quelle europee (10,7%).

L'ultimo rapporto Invalsi segnala anche che in Sicilia c'è la più alta incidenza di risultati insoddisfacenti nell'apprendimento, con gli allievi dallo status socio-economico più svantaggiato che non riescono a impadronirsi nemmeno delle competenze considerate di base. La conseguenza di questa situazione è che secondo l'Istat la Sicilia ha il record dei cosiddetti Neet, i giovani che non studiano e non lavorano: la media isolana è del 38%, il primo posto è di Palermo con il 41,4 per cento.

I tentativi negli anni di recuperare il gap sono stati vani soprattutto perché tutte la azioni promosse devono tenere conto del finanziamento dell'enorme precariato pubblico prodotto.
In Sicilia è quasi impossibile fare delle buone misure di politica attiva perché le risorse sono tutte già impegnate e di conseguenza manca una vera e propria progettualità.

Con grande interesse l'assessorato all'Istruzione ha lanciato un nuovo bando (in attesa di pubblicazione mentre scriviamo), che in effetti rappresenta una novità, anche se non in senso assoluto essendo stato già sperimentato in altre regioni d'Italia.

Il bando "'Formazione per la creazione di nuova occupazione'", fa parte di un pacchetto di 5 misure di innovazione ed è finalizzato all'occupazione, all'accrescimento della competitività e alla sostenibilità delle imprese siciliane nei settori: manifatturiero, agroalimentare, edilizia, tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, turismo e servizi sociali.
Si tratta di un'iniziativa sperimentale per la Sicilia, già annunciata lo scorso mese di luglio che si muove nel solco del modello delle regioni Liguria e Lazio.

Il pacchetto prevede un finanziamento complessivo da 25 milioni di euro, di cui 6 milioni destinati alla creazione di un modello innovativo di avvicinamento del mondo della formazione e dell'istruzione all'impresa.

L'Obiettivo è creare un percorso formativo partendo dall'esigenza delle aziende raccordando domanda e offerta ed evitando così di continuare, da una parte la ricerca di competenze che non si trovano e dall'altra la produzione di competenze che non servono al mondo del lavoro. Creando una platea di qualificati che avranno acquisito un valore aggiunto, conformato alle esigenze di sviluppo e turnover delle aziende, volto all'acquisizione di competenze maturate nell'ambito di un progetto formativo condiviso tra ente di formazione e l'impresa.

L'avviso punta sulle leve della qualificazione e riqualificazione delle competenze creando opportunità di inserimento o reinserimento lavorativo, sia di coloro che si affacciano per la prima volta nel mercato del lavoro, sia di chi è fuoriuscito dal contesto lavorativo.

Destinatari
Giovani o adulti disoccupati o inoccupati in possesso di un titolo di studio

I soggetti beneficiari
Due sono le ipotesi di soggetti beneficiari e cioè:
1.ATI/ATS, costituita da uno o più enti di formazione e da uno o più imprese con obbligo di rispettare le regole degli aiuti di stato (de minimis o regime di esenzione)
2.ATI/ATS, costituita da più enti o un singolo ente di formazione senza che l'azienda ne entri a far parte. Pertanto non saranno beneficiare di finanziamenti e in questo caso non vi sarà il rispetto delle regole sugli aiuti di stato.
La seconda ipotesi sembrerebbe quella scelta perché ritenuta più elastica.
In entrambe le opzioni proposte è richiesta all'impresa la garanzia occupazionale ad assumere almeno il 25% dei soggetti formati fino ad arrivare ad un massimo del 40%, con contratto a tempo indeterminato o a termine non inferiore a 6 mesi (anche in somministrazione).

Percorso formativo
Il percorso formativo si compone di due fasi:
1. formazione in aula, con una durata variabile tra 40 e 120 ore (da 15 a 25 allievi massimo). Il valore riconosciuto all'Ente si esprime in unità costo standard ed è pari a 129 euro l'ora a corso e ricomprende tutti i costi che il beneficiario dovrà sostenere per la corretta realizzazione dell'operazione finanziata.
2. tirocinio formativo (extracurriculare) in azienda, per una durata compresa tra 30% e il 60% o l'80% del totale delle ore di formazione in aula. Per l'attività di tutoraggio aziendale i costi sono a carico dell'impresa se quest'ultima non è parte dell'ATI/ATS (opzione 2). Mentre all'ente di formazione viene comunque riconosciuto il tutoraggio, durante il tirocinio in azienda, quale costo ammissibile nei limiti di massime 36 ore.

Erogazione del contributo
L'erogazione del contributo avverrà in due tranche:
– con acconto pari al 60% del finanziamento all'avvio dei corsi;
– con saldo a conclusione dei corsi di formazione (aula+ tirocinio) e sarà calcolato tenuto conto del raggiungimento del risultato occupazione previsto, entro un arco temporale di 6 mesi.
Il saldo sarà riparametrato con un meccanismo di decurtazione, fino ad un massimo del 75% del saldo contabile dovuto, nel caso in cui non si raggiunga la garanzia occupazionale prevista.
Le operazioni sono soggette a controllo di I livello e alla rendicontazione a costi standard secondo quanto previsto dal vademecum.

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