Agevolazioni

Formazione gratuita con molteplici ricadute

di Giuseppe Bulgarini d’Elci

Il Fondo nuove competenze, istituito dal decreto rilancio, apre scenari di tutto interesse per le imprese che, avviandosi verso un percorso di rimodulazione di tempi e turni di lavoro in funzione di mutati assetti organizzativi o produttivi, abbiano l’esigenza di aggiornare le competenze professionali dei dipendenti. C’è un vantaggio immediato, che risiede nel risparmio sul costo del personale relativo alle ore di lavoro (massimo 250 a testa) utilizzate dall’impresa per la formazione.

Condizione vincolante è la destinazione di una parte del rimodulato orario di lavoro all’apprendimento di nuove competenze, ovvero all’aggiornamento di conoscenze già possedute, ma che richiedono di essere sviluppate in rapporto ai nuovi fabbisogni. Sotto questo profilo, il fondo può essere alternativo agli ammortizzatori sociali: i periodi di riduzione dell’attività possono essere utilizzati per percorsi di aggiornamento professionale dei dipendenti.

Inoltre il ricorso al fondo può aprire prospettive di respiro più ampio, perché la formazione e l’aggiornamento devono essere oggetto di apposta regolamentazione collettiva e possono, dunque, assurgere a elemento qualificante del rapporto di lavoro. L’accesso al fondo presuppone un accordo collettivo aziendale o territoriale, sottoscritto dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative o dalle loro rappresentanze in azienda, nel quale siano individuati, tra le altre condizioni abilitanti, il percorso formativo rivolto all’accrescimento professionale dei dipendenti e le modalità di attestazione delle competenze acquisite. L’attestazione può essere utilizzata, ad esempio, per gestire i percorsi di carriera, assegnando ai più meritevoli la possibilità di concorrere a promozioni future, così come parametro di premialità sul piano retributivo.

Né va dimenticato che la formazione finanziata attraverso il fondo può essere finalizzata a favorire la ricollocazione dei lavoratori in altri contesti e, dunque, anche per agevolare gli esuberi. Quest’ultima previsione può essere letta positivamente in relazione alla norma del decreto agosto che autorizza le imprese, in pendenza del divieto dei licenziamenti spostato dal decreto ristori al 31 gennaio 2021, a sottoscrivere accordi aziendali di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Calata in questo contesto, la formazione finanziata tramite il fondo può esprimere un indubbio valore, favorendo l’adesione dei dipendenti alla risoluzione incentivata del rapporto, se adeguatamente supportata da percorsi di riqualificazione professionale a costo zero per l’impresa.

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