Contenzioso

Controlli a distanza, il Jobs Act non toglie i dubbi alle aziende

di Simonetta Candela

Lo scorso 18 novembre è stato approvato dalla Commissione lavoro della Camera un emendamento che modifica il testo del Jobs Act anche per la parte riguardante la disciplina dei controlli a distanza. Il testo adesso prevede espressamente che i decreti legislativi delegati dovranno operare una «revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore».

Si tratta di un emendamento la cui portata è, allo stato, molto limitata. Quasi una precisazione dell'ovvio. E' evidente, infatti, che tutta la partita relativa all'obsolescenza dell'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori si gioca proprio sull'evoluzione tecnologica degli strumenti di lavoro: computer, cellulari, smartphone, internet e intranet, posta elettronica sono, per la loro stessa natura pervasiva, in grado di determinare forme di controllo indiretto dell'attività lavorativa (ovvero proprio quel tipo di controllo cosiddetto “preterintenzionale” che l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori regola e disciplina con il previo accordo sindacale o l'autorizzazione dell'Ispettorato del lavoro).

Cosa dovrebbe fare allora un datore di lavoro per non trovarsi in violazione dei principi posti dall'articolo 4 dello Statuto (che peraltro sottende responsabilità di varia natura a carico del datore di lavoro)? Concludere accordi con le rappresentanze sindacali aziendali o richiedere l'autorizzazione dell'ispettorato prima di dotare i propri dipendenti di strumenti tecnologici?

La risposta non è sempre scontata, dato che – come noto – la normativa in questione non ha subito modifiche dal 1970 ad oggi: non c'è dubbio che i meccanismi delineati dall'articolo 4 fossero sicuramente adatti alla tecnologia in uso negli anni '70 (telecamere/centralini in grado di registrare telefonate o di contare il numero di pezzi lavorati in una catena di montaggio). Come regolarsi oggi rispetto a strumenti che non era nemmeno possibile immaginare all'epoca in cui la norma è stata emanata?

Molti gli interrogativi aperti e non a caso l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori rappresenta oggi un'inesauribile fonte di contenzioso e di grandi dubbi interpretativi. Basti citare la teoria, di invenzione giurisprudenziale, dei cosiddetti “controlli difensivi” ovvero dei controlli a distanza effettuati dal datore di lavoro tramite strumenti audiovisivi e/o informatici al fine di accertare eventuali condotte illecite del dipendente, che ha subito nel tempo anche brusche virate.

L'attesa resta tutta focalizzata su come i principi del Jobs Act verranno declinati dai decreti legislativi delegati, con ciò auspicando che il legislatore voglia intervenire con risposte concrete ed univoche alle molte incertezze delle aziende e degli stessi lavoratori.

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