Contenzioso

Inarcassa può ridurre le sanzioni

di M.Pri.

Inarcassa può ridurre le sanzioni applicate agli iscritti che versano i contributi in ritardo. Il Tar Lazio, con sentenza 9566/2019, ha accolto il ricorso presentato dalla cassa di previdenza contro il ministero del Lavoro e quello dell’Economia che avevano bocciato tale scelta.

Con determinazione del comitato nazionale dei delegati del marzo 2017, Inarcassa ha deciso di rimodulare le sanzioni in quanto il meccanismo allora vigente (2% del dovuto per ogni mese di ritardo, con un massimo del 60%) anche a fronte del difficile periodo economico e l’impossibilità di sanare le morosità in tempi rapidi ha determinato l’aumento della posizione debitoria e un’esposizione della Cassa con difficoltà crescente di incassare quanto dovuto.

Si è quindi deciso di introdurre una sanzione dell’1% per ogni mese di ritardo nel primo anno; del 12% fisso tra il 13esimo e il 24esimo mese; del 2% mensile successivamente con un massimo del 30%.

Secondo il Tar Lazio le Casse privatizzate nella loro autonomia possono fare scelte purché non ne compromettano il funzionamento e il perseguimento delle finalità istituzionali. Inarcassa ha evidenziato che la riduzione delle sanzioni è compatibile con l’equilibrio di lungo periodo e anzi migliora le entrate. Al contrario, i ministeri non hanno dimostrato che la decisione compromette il funzionamento e non giustificano nemmeno la richiesta di un’applicazione limitata nel tempo delle nuove sanzioni.

«Il Tar ha legittimato il diritto alla scelta di sanzioni sostenibili contro il ricorso al condono, alle sanatorie ed alle rottamazioni - ha affermato il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro-. Viene così confermata la lettura del perimetro e del contenuto dell’autonomia di Inarcassa e quindi, per converso, dei limiti dell’esercizio del potere di vigilanza».

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