Contenzioso

Caduta dall’alto, il malore del lavoratore non interrompe il nesso causale

di Angelina Turco

Il malore del lavoratore non interrompe il nesso causale in caso di caduta dall'alto in presenza di strumento di lavoro inadeguato (nella fattispecie scala a pioli).

La quarta sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza 12157/2020, conferma la decisione della Corte di appello di Torino che aveva riconosciuto il datore di lavoro colpevole del reato di lesioni colpose ai danni di una dipendente che, impegnata in attività di inventario di merce stipata sugli scaffali del punto vendita utilizzando una scala a pioli, era caduta all'indietro procurandosi la frattura di una vertebra, con conseguente periodo di malattia.

Al datore di lavoro era stata contestata, oltre alla colpa generica, l’inosservanza di specifiche disposizioni del decreto legislativo 81/2008, con particolare riferimento alla messa a disposizione di inadeguato strumento di lavoro, sprovvisto di sistemi di appoggio e di aggancio, in assenza di una specifica previsione di tale lavorazione nel documento di valutazione dei rischi e alla mancata formazione e informazione della dipendente sui rischi connessi alla suddetta lavorazione.

Di particolare rilevanza è la conferma, da parte della Corte di cassazione, di quanto stabilito dalla Corte d'appello riguardo all'ipotesi dell'interruzione del rapporto di causalità, in ragione del malore che pure la lavoratrice aveva dichiarato esserle occorso durante la propria attività lavorativa "in quota".

La sentenza ha infatti stabilito che «anche in presenza di una perdita di equilibrio determinata da un malessere o da un mancamento non accompagnato da una perdita di conoscenza, non risulterebbe interrotta la serie causale innescata dalla mancata adozione di idoneo strumento di lavoro». Infatti «l'uso di trabattello o di scala munita di passamani o di piano di appoggio più stabile, sarebbe stato in grado di evitare la caduta all'indietro della lavoratrice, e comunque di consentire alla stessa di aggrapparsi ai sistemi di appoggio».

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