Contenzioso

Gkn, il tribunale di Firenze annulla 422 licenziamenti: la procedura riparte da zero

di Cristina Casadei

Nel giorno dell’incontro tra Gkn, sindacati, istituzioni, Mise e ministero del Lavoro, sul tavolo negoziale è piombata la decisione del Tribunale di Firenze: il giudice si è espresso a favore del ricorso per condotta antisindacale, presentato dalla Fiom, contro i licenziamenti via mail della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), revocando la lettera d’apertura della procedura di licenziamento collettivo che riguarda 422 lavoratori. La multinazionale dell’automotive, controllata da Melrose industries, spiega che «nel prendere atto di quanto stabilito dal Tribunale, pur non condividendo la ricostruzione e le conclusioni del decreto, rileva come la decisione di chiusura non sia stata intaccata né censurata, così come la messa in liquidazione dell’azienda» e si fa carico di dare attuazione a quanto stabilito dal Tribunale, «procedendo alla revoca della procedura al fine di convocare, tramite Confindustria Firenze, le Rsu e il sindacato territoriale per dare corso all’informativa e consultazione dell’art. 9, prima parte, del ccnl, nonché al confronto menzionato nell’accordo aziendale del 9 luglio 2020, il tutto già a partire dal 21 settembre». La multinazionale, quindi, «non si sottrarrà al confronto con le parti sociali, avendo comunque dato mandato ai propri legali di presentare impugnazione». Il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti, rileva che «su Gkn c’è ora una sentenza del tribunale, questo vuol dire che l’Italia non è un Far West, ma le regole ci sono e tutti le devono rispettare». «La sentenza è una buona notizia, rende giustizia ai lavoratori. Il comportamento di Gkn inaccettabile e illegittimo», aggiunge il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Dal Pd alla Lega a Sinistra Italiana al M5S è stata espressa soddisfazione.

Il ricorso Fiom

Come si legge nel testo della sentenza, i meccanici della Cgil, il 30 luglio, avevano presentato un ricorso ex art 28 dello Statuto dei lavoratori, chiedendo la rimozione di alcune condotte, ritenute antisindacali. Nel ricorso Fiom lamentava l’«omissione delle procedure di consultazione e confronto previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro della metalmeccanica», la serrata offensiva dell’azienda che «ha collocato tutti i dipendenti in ferie/permesso o aspettativa retribuita» e «l’inizio della procedura di licenziamento collettivo senza il preventivo ricorso agli ammortizzatori sociali, in violazione dell’avviso comune del 29 giugno del 2021». Per queste ragioni il sindacato aveva chiesto di revocare, annullare o dichiarare illegittima la procedura avviata il 9 luglio.

La decisione del Tribunale

Il Tribunale di Firenze ha stabilito che la documentazione prodotta dimostra che Gkn ha violato gli obblighi di informazione a suo carico. Il comportamento antisindacale accertato dal giudice, secondo quanto si legge nella sentenza, «è consistito - nella sua parte più significativa e lesiva degli interessi del sindacato ricorrente - nell’aver impedito al sindacato di interloquire, come sarebbe stato suo diritto, nella delicata fase di formazione della decisione di procedere alla cessazione totale dell’attività d’impresa». Il giudice Anita Maria Brigida Davia condanna Gkn a revocare la lettera di apertura della procedura secondo la 223/91, a porre in essere le procedure di consultazione e confronto previste dall’articolo 9 parte prima del Ccnl e dall’accordo aziendale del 9 luglio 2020, a pubblicare a sue spese il decreto sui giornali, al pagamento in favore del sindacato ricorrente delle spese di giudizio per 9.300 euro. I rapporti di lavoro, si legge nella sentenza, risultano tutt’ora in essere con obbligo del pagamento della retribuzione.

Le reazioni sindacali

Il numero uno della Fiom, Francesca Re David e Daniele Calosi, della Fiom-Cgil Firenze e Prato chiedono che «ora il presidente del Consiglio e il Mise facciano la loro parte e intervengano in tema di delocalizzazioni» e invocano «una soluzione che garantisca la ripresa produttiva e l’occupazione del sito di Campi Bisenzio e di tutto l’indotto». Per Ferdinando Uliano della Fim la sentenza dà «un segnale preciso a tutte quelle imprese che pensavano di operare con licenziamenti sommari, facendo pagare i costi ai lavoratori», mentre per Rocco Palombella della Uilm si tratta di «uno spartiacque contro le chiusure brutali degli stabilimenti, con multinazionali che vorrebbero licenziare via mail i lavoratori, senza nessun preavviso e nessun confronto con le organizzazioni sindacali».

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