Contrattazione

Alla Italdesign orario flessibile dalle 6 alle 22

di Filomena Greco

Una prima sperimentazione sullo smart working che è soltanto un punto di partenza. La Italdesign scommette su una modalità «più intelligente e flessibile di lavoro». Che non è una forma di welfare né rientra nel capitolo telelavoro. L’azienda, insieme ai sindacati, Fiom-Cgil e Fim-Cisl, ha avviato una fase di test su smart smorking e orari flessibili, temi che dovrebbero entrare in pianta stabile all’interno del prossimo contratto aziendale. Il punto di partenza per Italdesign, fondata da Giugiaro nel 1968 e parte del Gruppo Volkswagen dal 2010, «è di scrivere regole chiare per costruire un modello di lavoro innovativo che punti alla misurazione non delle ore lavorate ma del risultato e che faccia leva su fiducia, responsabilità e benessere dei dipendenti» descrive Giuseppe Savino, responsabile Human Resources dell’azienda che conta 979 addetti - due sedi in Italia, a Moncalieri e Nichelino, due in Germania e una in Spagna – e un fatturato da 165 milioni. L’obiettivo è ambizioso, visto dal punto di vista aziendale: migliorare i risultati, aumentare la produttività e scommettere sul crescente empowerment dei dipendenti.

Una ventina i team di lavoro coinvolti nel progetto pilota - alcune aree sono rimaste escluse per problemi strutturali, la produzione, ad esempio, o anche lo stile - per un totale di 180 persone potenziali. L’accordo prevede, su base volontaria, che gli addetti possano lavorare «fuori» dall’azienda per due giorni al mese, in una fascia oraria ampia, dalle 6 alle 22, garantendo semplicemente la propria rintracciabilità. In questa prima fase di sperimentazione, racconta Giuseppe Savino, hanno aderito in 160. L’obiettivo è aumentare i giorni di smart working fino a 1 o due a settimana. «Il prossimo step - chiarisce Savino – è di inserire lo smart working come capitolo del prossimo contratto aziendale che discuteremo con i sindacati a partire da fine anno. Ci piacerebbe poter sperimentare una formula di orario ampiamente flessibile per ingresso e uscita degli addetti, ma questo aspetto sarà tema di discussione per un prossimo tavolo».

Per le organizzazioni sindacali, si tratta di un accordo ben strutturato: «Con i suoi oltre 900 dipendenti tra Moncalieri e Nichelino, che diventano 1.500 con imprese esterne e indotto – sottolinea Federico Bellono segretario provinciale della Fiom – Italdesign è di gran lunga, nel settore automotive, la realtà più significativa del torinese fuori dal contesto Fca. È importante che si insista sullo sviluppo di buone relazioni sindacali e la sperimentazione condivisa dello smart working va in questa direzione». La sicurezza e la riservatezza restano al centro dell’accordo che riconosce ai team di lavoro la possibilità di organizzarsi in maniera autonoma. L’intesa inoltre prevede che i dipendenti siano dotati della strumentazione tecnologica adatta.

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