Contrattazione

Produttività al centro delle relazioni industriali

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Per ora il confronto tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil si svolge a livello tecnico. L’obiettivo è ambizioso: disegnare un nuovo e innovativo sistema di relazioni industriali nella consapevolezza che il mondo del lavoro sta cambiando (velocemente) e con esso i rapporti all’interno della fabbrica 4.0.

C’è necessità di mantenere l’autorità salariale del contratto collettivo nazionale; una esigenza tanto più avvertita, in questa fase, alla luce del riaffacciarsi nel dibattito politico pre elettorale della proposta di introdurre, per legge, un salario minimo (si veda l’altro articolo in pagina). Il tema è delicato: oggi la contrattazione nazionale fissa, di fatto, gli aumenti dei minimi tabellari (le formule sperimentate sono “incrementi ex post”, o “ex ante”). L’obiettivo è trovare formule innovative nelle quali i minimi della retribuzione diventino l’alternativa al salario minimo, lasciando così le parti libere, nella loro autonomia, di costruirsi una propria politica retributiva.

C’è inoltre il tema del decentramento contrattuale per valorizzare il collegamento con la produttività: qui il tema è disegnare un equilibrio tra i due livelli negoziali, che non dovranno più sovrapporsi, ma cercare, ciascuno nella propria sfera, un rilancio nello scambio virtuoso tra maggior salario in busta paga dei lavoratori e risultati aziendali.

Un esempio in questa direzione c’è già stato: il 14 luglio 2016 quando Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo per sviluppare la cultura del premio di risultato, collegato a incrementi di produttività, rendendo, ciò possibile anche nelle realtà aziendali, soprattutto Pmi, prive di rappresentanze sindacali.

Di tutto questo i tecnici di Confindustria e sindacati hanno discusso a lungo prima di Natale; ancora ieri sera, e questa mattina, dove probabilmente si capirà se la trattativa potrà decollare, con il successivo passaggio “politico” con i vertici dell’associazione degli industriali e di Cgil, Cisl e Uil.

Le parti che sono più consapevoli del cambiamento in atto nelle relazioni industriali sono pronte a prefigurare soluzioni innovative: «Stiamo lavorando per raggiungere l’intesa con Confindustria - spiega Franco Martini (Cgil) -. Puntiamo a consolidare e a rinnovare il dialogo tra le parti sociali per difendere e implementare il sistema contrattuale basato su due livelli». Dalla Cisl, Gigi Petteni, è consapevole della posta in gioco: «Mentre lavoriamo e scriviamo testi non parliamo».

Cauta la Uil: «Sulla riforma del sistema contrattuale - spiega Tiziana Bocchi - non c’è ancora un testo condiviso, ma una serie di appunti che abbiamo sottoposto alla discussione con le categorie. Lavoriamo a un’intesa, ma la fase tecnica è ancora in corso».

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