Contrattazione

All’Eni intesa sullo smart working

di Cristina Casadei

Se mamma e papà sono smart worker, sono più produttivi. È una loro percezione, ma è confermata, seppure con percentuali più basse, dai capi. Tra una percezione e l’altra la produttività per l’azienda comunque aumenta. Dopo aver introdotto con un progetto pilota lo smart working sulla genitorialità, all’Eni hanno scelto la via della survey, per capire l’effetto del nuovo strumento sui lavoratori coinvolti. Grazia Fimiani, direttore risorse umane e organizzazione di Eni, spiega che «dato il carattere di novità del progetto, abbiamo voluto valutare l’andamento di questa fase attraverso una survey, destinata sia ai colleghi direttamente coinvolti sia ai loro responsabili». I risultati? «Hanno confermato le nostre aspettative - continua Fimiani -: i vantaggi e i benefici associati allo smart working sono tangibili e l’esperienza si è rivelata positiva. Per le nostre persone, lo smart working si è dimostrato uno strumento in grado di favorire autonomia, fiducia e responsabilizzazione, elementi essenziali nell’ambito di un rapporto lavorativo».

Anche alla luce dell’esito di questa survey, il gruppo, che in Italia ha oltre 20mila collaboratori, ha deciso insieme ai sindacati (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec) di avviare la fase due con un nuovo accordo che conferma lo smart working sulla genitorialità ed estende gli ambiti organizzativi. Il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, dice che «questo accordo è l’espressione di un modello di partecipazione e condivisione che è quello che vogliamo creare sulle nuove forme di lavoro legate all’uso della tecnologia, il cui effetto deve essere condiviso con i sindacati. In Eni abbiamo iniziato un percorso che punta ad estendere questa forma di lavoro dando delle regole ed evitando una unilateralità da parte dell’azienda nel rapporto con il dipendente».

L’accordo sindacale estende il perimetro dello strumento che potenzialmente potrebbe coinvolgere oltre 2mila persone. «Abbiamo deciso di avviare da aprile un’estensione graduale dello smart working anche ai colleghi non neo-genitori, con alcune restrizioni legate alle mansioni svolte. Partiremo dalle società EniServizi, EniProgetti e Syndial che per le loro caratteristiche rappresentano un bacino ideale per il proseguimento del progetto, con circa 2.000 persone potenzialmente coinvolte», precisa Fimiani.

Sono quindi esclusi a priori i lavoratori in turno e quelli che richiedono l’uso di strumentazioni non remotizzabili. Lo smart working in ambito organizzativo sarà di un giorno a settimana e in presenza di un giustificato motivo le parti possono recedere senza preavviso. La progressiva estensione dello strumento per risorse con mansioni compatibili prevede forme di comunicazione e formazione alle persone interessate. Lo smart working verrà inoltre esteso a chi è affetto da patologie gravi (ex lege n°68/1999) con una frequenza fino a 2 giorni a settimana per 12 mesi, tacitamente rinnovabili. Un paio di novità riguardano infine l’orario di lavoro: ci saranno 60 minuti di flessibilità, mentre per chi è in smart working niente straordinario, festivo o notturno.

I numeri

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