Contrattazione

Riqualificazione per i lavoratori somministrati

di Angelo Zambelli

Tutele rafforzate, incentivi all'assunzione a tempo indeterminato e formazione “personalizzata” sono solo alcune delle novità previste dal contratto collettivo sottoscritto il 15 ottobre da Assolavoro con Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di categoria Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uil-Temp.

Il nuovo Ccnl, che segue l'intesa del 21 dicembre 2018, introduce una serie di elementi innovativi volti a favorire la continuità occupazionale dei lavoratori nonché a supportare gli stessi nelle fasi di non lavoro.

In particolare, con l'obiettivo dichiarato di implementare le capacità e le conoscenze dei lavoratori somministrati, il Ccnl introduce, in favore di questi ultimi, la possibilità di accedere a misure di formazione e riqualificazione ad hoc: il lavoratore con almeno 110 giornate di lavoro e disoccupato da almeno 45 giorni potrà usufruire di percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale della durata minima di 30 ore rivolgendosi a una qualsiasi Agenzia per il lavoro.

Inoltre, al fine di promuovere le assunzioni, il Ccnl riconosce un incentivo di 1.000 euro (per un triennio al massimo) alle Agenzie per il lavoro che assumono a tempo indeterminato.
Attraverso Ebitemp (Ente nazionale bilaterale paritetico) vengono poi erogate alcune prestazioni che garantiscono maggiori tutele ai lavoratori tra cui:
a) il sostegno alla maternità;
b) un contributo asilo nido e per libri o materiale didattico;
c) un contributo per la retta universitaria;
d) un rimborso spese di 3.500 euro per i lavoratori che, per esigenze strettamente connesse a un'attività lavorativa di almeno 6 mesi, si trasferiscono dal proprio luogo di residenza a una distanza di almeno 250 chilometri.

Infine, il sistema di welfare viene potenziato attraverso l'aumento a 800 euro (nel vecchio Ccnl si trattava di 750 euro) dell'indennità di disponibilità per i lavoratori assunti a tempo indeterminato in relazione ai periodi in cui gli stessi non prestano attività, nonché con l'aumento a 1.000 euro della somma riconosciuta a titolo di sostegno al reddito (Sar).

Il nuovo Ccnl ha, inoltre, avuto il pregio di mitigare gli effetti del decreto dignità (Dl 87/2018) in tema di contratti a tempo determinato tra Agenzia per il lavoro e lavoratore. Innanzitutto, quanto alla durata massima della successione dei contratti a termine stipulati a far data dal 1° gennaio 2019, il Ccnl prevede che:
a) nelle ipotesi di somministrazione con il medesimo utilizzatore la durata massima sia individuata dalla contrattazione collettiva applicata dall'utilizzatore, in assenza di tale disciplina la durata è fissata in 24 mesi;
b) nelle ipotesi di somministrazione tra più utilizzatori la successione di contratti di lavoro non potrà superare la durata massima complessiva di 48 mesi.

In aggiunta, è stato introdotto un regime transitorio al fine di assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori somministrati e in forza da più tempo. Le parti sociali, infatti, hanno previsto una disciplina che permette di “prolungare” la durata massima del rapporto di lavoro. Pertanto, tutti i periodi di lavoro a tempo determinato contrattualizzati tra le parti (Agenzie-lavoratore) dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2018 si calcolano entro il limite massimo di 12 mesi anche se, in concreto, il rapporto tra le parti ha avuto una durata maggiore.

Così facendo viene allungato il periodo di lavoro che può essere ancora svolto a tempo determinato dai somministrati che hanno accumulato lunghi periodi lavorativi prima dell'entrata in vigore del decreto dignità. Con questo escamotage si è evitato che, per via dei conteggi retroattivi previsti dal decreto dignità, da gennaio 2019 circa 53.000 somministrati non potessero più continuare ad essere occupati tramite Agenzia.

Infine, è stato incrementato il numero massimo di proroghe, sino a 8 in determinati casi.
Il nuovo Ccnl, frutto di un articolato percorso negoziale, è stato accolto con favore da più parti in quanto le novità introdotte rafforzano l'istituto della somministrazione che gioca un ruolo centrale in un mercato del lavoro sempre più esigente, consentendo di coniugare esigenze spesso contrastanti quali la flessibilità delle imprese e la continuità di lavoro, di reddito e di prospettiva per chi lavora.

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