Contrattazione

Rapporto di filiera moda: obiettivo il contrasto all’illegalità

di Rossella Quintavalle

Un ennesimo grido d'allarme emerge dalla sottoscrizione, in data 19 dicembre 2019, del "Rapporto di filiera" da parte delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, insieme ai rappresentanti delle associazioni artigiane Cna Federmoda, Confartigianato Moda, Casartigiani e Claai.

Tale documento, elaborato dall'osservatorio nazionale di settore, mette ancora una volta in luce le problematiche del settore legate a comportamenti sleali e illegali, messi in atto da alcuni imprenditori, che incidono sulla ingiusta concorrenza tra imprese; nel Rapporto, gli attori onesti sono invitati ad una unita e condivisa lotta all'illegalità.

I sottoscrittori sentono la necessità di promuovere un progetto comune con l'esigenza di governare i rapporti all'interno della catena di fornitura attraverso una regia settoriale che utilizzi un "rating di valore"condiviso ed integrato da elementi di sostenibilità economica, sociale etica ed ambientale al fine di rafforzare un sistema produttivo sano.

Nel "Rapporto di filiera" le parti definiscono un'attenta e dettagliata analisi dell'attuale situazione critica della filiera, valorizzando il significato strategico della stessa e la dimensione economica e sociale che essa rappresenta per il sistema Paese. I sottoscrittori rappresentano, in quattordici punti salienti, l'evoluzione delle dinamiche settoriali e i fenomeni distruttivi subiti dai soggetti coinvolti. E' presente nel mercato una concorrenza sleale fra le imprese attuata per mezzo di comportamenti elusivi e spesso illegali non sufficientemente contrastati da parte delle autorità preposte, consistenti nell'elusione o addirittura evasione in campo fiscale, contributivo e contrattuale e nel mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro; comportamenti che garantiscono loro un notevole vantaggio competitivo. Con un'attività così intrapresa, sono in grado di aggiudicarsi le commesse lavorando sottocosto a danno dei lavoratori obbligati a prestare la loro opera anche dodici ore al giorno per sette giorni la settimana, e a discapito dello Stato e delle imprese oneste che, diversamente, rispettano le norme di legge tutelando il lavoratori in tutto e per tutto, applicando i Contratti collettivi nazionali comparativamente più rappresentativi e non quelli pirata, e investendo in tecnologia e sicurezza. Più volte sono state fatte denunce, cadute nel vuoto, più volte le parti promotori del Rapporto in esame, hanno denunciato la mancanza di serrati controlli da parte degli Enti preposti e richiesto all'INPS di applicare la responsabilità in solido alla committenza e di contestare, ai titolari delle aziende illegali, il reato di sfruttamento lavorativo ai sensi del nuovo articolo 603 bis del codice penale. Tuttavia, malgrado le numerose denunce, ad oggi molto poco è stato fatto. Altro delicato tasto è quello della somministrazione, da esercitarsi solo da parte delle Agenzie per il lavoro autorizzate dal Ministero del Lavoro per non ricadere in somministrazione fraudolenta, e dell'appalto che quasi sempre si configura come un appalto non genuino, e ancora il fenomeno delle cooperative spurie.

Tutte queste forme di illegalità sfociano in una concorrenza sleale condizionando lo sviluppo delle imprese oneste e rispettose delle norme, che applicano i contratti collettivi nazionali, pagano regolarmente i salari e ne versano i relativi contributi . Con il "Rapporto di Filiera" le parti intendono sviluppare politiche di settore ed intese programmatiche con le istituzioni, mentre un ruolo crescente spetta alla politica e alla sua capacità di dare applicazione alle vigenti leggi e di sviluppare nel contempo politiche industriali che contribuiscano alla difesa e al consolidamento della filiera.

Nel Rapporto sono contenuti molteplici spunti utili ad individuare strumenti e contenuti al fine di promuovere un progetto educativo da rappresentare nelle scuole al fine di evidenziare i fenomeni economici e sociali della filiera, ovvero utili a sviluppare specifiche schede di contenuto per una possibile campagna di sensibilizzazione e di educazione alla legalità.

Il documento vuole pertanto rappresentare un mezzo per sensibilizzare il settore sulle conseguenze che i comportamenti illegali provocano sul sistema moda e per diffondere gli strumenti necessari per la diffusione della cultura della legalità attraverso la costituzione di tavoli permanenti territoriali/regionali che valorizzino le buone pratiche, denunciando quei fenomeni illegali con il sostegno e la collaborazione delle istituzioni; il tutto per dare al "Made in Italy" il giusto valore.

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