Contrattazione

Chimica e farmaceutica apripista sul lavoro flessibile, ma per obiettivi

di Cristina Casadei

La prima volta dello smart working nella contrattazione nazionale del manifatturiero è nella chimica farmaceutica. Il settore ha un’importante presenza di multinazionali che da tempo utilizzano in maniera strutturata lo smart working, spesso mutuato dalla casa madre, ma, nella fase dell’emergenza sanitaria del Covid 19, ha conosciuto un ricorso generalizzato a questa modalità di lavoro, per tutti i ruoli e le funzioni nei quali è stato possibile. Premesso che ogni azienda ha la sua storia e la sua cultura, che non necessariamente si sposano con questa modalità di lavoro, Federchimica e Farmindustria, ieri, hanno condiviso con i sindacati di categoria, Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec un accordo programmatico che potrà essere un punto di riferimento per declinare il lavoro da remoto in questa fase di accelerazione della digitalizzazione delle imprese.

Le parti firmatarie si sono infatti date come obiettivo quello di definire un moderno rapporto di lavoro subordinato, caratterizzato da aspetti innovativi nella gestione dei tempi e dei luoghi, da obiettivi condivisi e risultati realizzati, finalizzato a garantire e migliorare efficienza organizzativa, produttività, salute e sicurezza dei lavoratori, bilanciamento tra vita privata e lavoro, impatto sociale e ambientale in linea con l’obiettivo condiviso dello sviluppo sostenibile, formalizzato nel contratto collettivo nazionale di lavoro che scadrà a giugno del 2022. È un primo passo che inaugura una serie di incontri e di confronti che, entro dicembre di quest’anno, porteranno a definire le linee guida utili, innanzitutto, ad agevolare il salto culturale necessario per entrambe le parti e identificare gli elementi che contraddistinguono questa nuova modalità di lavoro.

Chimica e farmaceutica hanno ritenuto necessario «evidenziare le differenze e distinguere istituti quali il telelavoro, normato da contratti collettivi nazionali di lavoro e da accordi individuali e collettivi aziendali e il lavoro agile, normato dalla legge con rinvii ad accordi individuali e da accordi collettivi aziendali», si legge nel testo dell’intesa. I due settori hanno scelto di chiamare For working il loro smart working avanzato. For è un acronimo dove f sta per flessibilità, o sta per obiettivi e infine r sta per responsabilità.

L’obiettivo del confronto è affrontare in modo pragmatico e innovativo il tema delle modalità di lavoro che sono maturate anche a causa dell’emergenza Coronavirus, ma, prima ancora, per le trasformazioni in atto nell’organizzazione del lavoro, dovute soprattutto alla digitalizzazione. Federchimica, Farmindustria e i sindacati hanno da sempre un sistema molto partecipativo di relazioni industriali e negli ultimi mesi hanno condiviso la necessità di agevolare anche con questo moderno strumento la gestione dei cambiamenti in atto. Il confronto ha tenuto conto, da un lato, delle esperienze aziendali di smart working già maturate e dall’altro della necessità di coniugare gli aspetti della flessibilità, della sicurezza, del miglioramento della qualità del lavoro e dell’equilibrio tra attività professionale e vita privata.

Stiamo parlando di due settori strategici dell’industria italiana che complessivamente occupano oltre 178mila addetti. Con un valore della produzione di 55 miliardi di euro, la chimica italiana è il terzo produttore chimico europeo e il dodicesimo al mondo, oltre ad essere il quarto settore industriale del Paese: occupa circa 112mila addetti altamente qualificati.

La farmaceutica italiana, nel 2019, ha ulteriormente aumentato il valore della produzione, raggiungendo i 34 miliardi, grazie soprattutto all’export che rappresenta l’85%. Gli addetti della farmaceutica sono oggi 66.500: di questi oltre il 10% sono occupati nella ricerca e sviluppo.

Partendo dal presupposto che è necessario preservare la flessibilità tipica della modalità di lavoro agile, ma anche rendere disponibile per le imprese e i lavoratori una modalità evoluta di smart working, la chimica e la farmaceutica hanno trovato imprese e sindacati allineati sul modello del For working. Dopo l’accordo programmatico, le parti hanno definito un percorso congiunto di approfondimento nell’ambito dell’Osservatorio nazionale. Il cantiere sempre aperto delle relazioni sindacali di questi comparti servirà anche per individuare il perimetro dei diritti e dei doveri e le modalità per garantire sempre partecipazione e integrazione reale alla vita aziendale, in modo particolare attraverso adeguati percorsi di formazione.

Il valore sociale dell’impresa e la cultura propria di ogni azienda restano tra le priorità da non perdere mai di vista.

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