Contrattazione

I rider diventano subordinati Contratto logistica a Just Eat

Maria Carla De Cesari e Matteo Prioschi

I rider diventano lavoratori subordinati. In 4mila, in tutta Italia, saranno assunti dal Gruppo Just Eat Takeaway, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio.

Il contratto a tempo indeterminato è frutto di mesi di confronto e di dialogo tra l’azienda e i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil trasporti: le parti hanno convenuto di applicare il contratto collettivo del settore Logistica, adattato, tramite accordo aziendale, in modo da rispondere alle esigenze dell’attività.

Rider, dunque, non più collaboratori coordinati, dotati delle tutele dei lavoratori dipendenti, come ha riconosciuto la Corte di cassazione, secondo la figura ibrida delineata dal Jobs act degli autonomi del 2017 (sentenza 1663/2020).

Non più autonomi come pure ha previsto, a fine estate 2020 (controverso, perché contestato sotto il profilo della rappresentatività), l’accordo tra Ugl e Assodelivery, che aveva indicato nel contratto della logistica la fonte delle tutele normative.

I rider, con Just Eat, diventano lavoratori subordinati a tutti gli effetti con il diritto alla malattia, alle ferie, agli straordinari, al Tfr. In aggiunta alle coperture assicurative fornite dagli istituti di previdenza e assistenza pubblici (Inps e Inail) a tutti i dipendenti sarà fornita un’assicurazione nel caso si verifichi un incidente grave sul lavoro.

I ciclofattorini potranno programmare con anticipo i turni di lavoro part time, in base a tre regimi di orario: 10, 20 o 30 ore minime settimanali articolate fino a sei giorni la settimana (si lavora anche il 1° gennaio), con possibilità di svolgere altra attività al di fuori dell’orario di lavoro. L’orario di lavoro normale è di 39 ore alla settimana. La durata media delle ore di lavoro settimanali non può però superare le 48, compresi gli straordinari, che vanno sempre autorizzati dal manager.

Il calendario – si legge nel contratto – sarà elaborato tenendo conto delle eventuali proposte del lavoratore, insomma la app sarà bilanciata sulle esigenze dell’azienda ma anche su quelle dei lavoratori.

La retribuzione segue le tabelle previste dal Ccnl con un compenso orario del valore non inferiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. A un importo orario di partenza di 8,50 euro si aggiunge il premio di risultato di 0,25 euro a consegna e l’accantonamento del Tfr, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno. Previsto un rimborso chilometrico per bici e ciclomotori.

«Siamo soddisfatti del proficuo dialogo con i sindacati e dell’accordo raggiunto che testimonia una comune volontà di affrontare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori di questa industry: rider in primis ma anche ristoranti e operatori come Just Eat», commenta Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia. «È stato fatto un grandissimo lavoro da entrambe le parti di dialogo, ascolto e comprensione delle reciproche esigenze», sottolinea Davide Bertarini, responsabile del business delivery di Just Eat Italia, che pone l’accento sul l’equilibrio raggiunto tra tutele dei lavoratori e sostenibilità industriale.

Il ruolo delle corrette relazioni industriali è rimarcato da Giampiero Falasca, avvocato, partner di Dla Piper, che ha confezionato l’intesa dal punto di vista giuslavoristico.

Per Cgil, Cisl e Uil si tratta di un risultato importante, frutto di un lungo confronto tra le parti, che finalmente restituisce la giusta dignità all'attività dei lavoratori affermando diritti ed eque tutele contrattuali.

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