Contrattazione

Dal Jobs act meno vincoli sullo staff leasing

di Giampiero Falasca


Dopo l’approvazione delle norme sul contratto a tutele crescenti, che concentrano gli incentivi economici sul lavoro subordinato a tempo indeterminato, qualcuno potrebbe pensare che lo spazio nel mercato del lavoro per la somministrazione di manodopera è destinato a ridursi.
Questa previsione sembra destinata ad essere smentita: nonostante un differenziale di costo importante, la somministrazione continuerà a rappresentare uno strumento fondamentale per la gestione del lavoro flessibile, per tanti motivi.
È vero che il Jobs act incentiva il lavoro subordinato a tempo indeterminato, ma è altrettanto vero che nel “codice dei contratti flessibili” di lavoro, pur con troppe incertezze tecniche che dovranno essere corrette in fase attuativa, si compie una scelta netta in favore della “buona” flessibilità, di cui la somministrazione è il simbolo principale.
Questa scelta si traduce nel tentativo (ancora da perfezionare) di porre un freno alle collaborazioni lavorative “spurie”, e nella rimozione degli ostacoli all'utilizzo di quelle forme contrattuali, come la somministrazione, che coniugano sicurezza e flessibilità.
In questa direzione si muove la proposta di rimozione dei limiti allo staff leasing, che già beneficia degli incentivi occupazionali previsti dalla legge di stabilità per il 2015 (si tratta sempre e comunque di lavoro subordinato a tempo indeterminato), e nella conferma di quelle agevolazioni normative che, garantendo flessibilità sicura, giustificano il maggior costo della somministrazione a termine.
È bene che il codice dei contratti persegua fino in fondo questa logica, valorizzando il lavoro somministrato e concentrando vincoli e penalizzazioni esclusivamente sulle forme di lavoro precarizzanti.

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