Contrattazione

Lavoro accessorio, un contratto dai contorni ancora indefiniti

di Alessandro Rota Porta

Troppe regole e procedure complesse: sono indubbiamente queste le principali cause che stanno frenando il ricorso ai nuovi voucher. D’altra parte, fin dalle prime battute dall’avvio della piattaforma ci si è subito resi conto che gli “ostacoli” introdotti dalla normativa avrebbero tagliato fuori larga parte delle prestazioni: sommando anche le criticità operative, ecco spiegato il flop che arriva dai dati sull’utilizzo di questi mesi.

Entrando più nello specifico, un primo aspetto da considerare risiede nel fatto che i committenti imprenditori si trovano di fronte a una formulazione normativa che porta con sé un alone di incertezza circa l’esatta natura di questa fattispecie: infatti, se la previgente regolamentazione aveva nei tetti economici l’unico discrimine circa il genuino utilizzo dei voucher, ora la definizione data dal legislatore al contratto di prestazione occasionale reintroduce un concetto, appunto, di occasionalità e di saltuarietà, con la specifica della “ridotta entità”, senza però dettagliarne il significato pratico.

Altra problematica - di natura più strettamente operativa - è quella connessa alle tempistiche di accredito delle provviste versate dagli utilizzatori, passaggio fondamentale per poter attivare le prestazioni: siccome l’Inps ha tempo fino a 7 giorni dal momento del pagamento per rendere disponibili le somme stesse (e ha comunicato che ne servono 9-10), quella che dovrebbe essere la caratteristica peculiare del voucher, ossia la rapidità di impiego, viene in parte meno, snaturandone la funzione.

Senza dimenticare come la previsione – in capo alle imprese – di dover retribuire un minimo di quattro ore anche per impieghi di minore entità può scoraggiarne l'utilizzo: su questo punto non c'è neppure ancora chiarezza in merito al comportamento da tenere in caso di svolgimento della prestazione a cavallo di due giornate.

Volgendo lo sguardo all’ambito domestico, un primo paletto è che il libretto di famiglia può essere utilizzato dalle persone fisiche, non nell’esercizio dell’attività professionale e d'impresa, per remunerare esclusivamente le attività di lavoro occasionali rese per: lavori domestici; assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità; insegnamento privato supplementare. Sempre in tema di libretto famiglia, è necessario che l’utilizzatore abbia preventivamente alimentato il proprio portafoglio telematico, attraverso il versamento della provvista destinata a finanziare l’erogazione del compenso al prestatore, l’assolvimento degli oneri di assicurazione sociale ed i costi di gestione delle attività. Peraltro, non essendo al momento disponibile il canale delle Poste, la necessità di dover effettuare acquisti solo informatizzati può creare qualche difficoltà.

Dal lato prestatori, invece, la maggiore problematica risiede nel fatto che questi ultimi, devono attendere il mese successivo a quello della prestazione (l’Inps ha tempo fino al giorno 15) per ricevere l'accredito: una tempistica che si concilia poco con il conteso dei “lavoretti” retribuiti con i voucher.

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