Rapporti di lavoro

Lavoro, effetto bonus sulla ripartenza dei contratti stabili

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

La reintroduzione nel 2018 degli incentivi per le assunzioni stabili ha prodotto un primo risultato: a gennaio il saldo dei contratti a tempo indeterminato è tornato positivo, +70mila rapporti, dopo un calo ininterrotto da giugno 2017. A riprendersi sono state sia le nuove attivazioni di contratti permanenti (132mila, + 11,9% su gennaio 2017), sia le stabilizzazioni di rapporti a termine (51mila, +78,3% sull’anno) e di apprendistati (6mila, +29,6%), a fronte di un calo delle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato (120mila, -6,6%).

A gennaio sono però risalite le domande di disoccupazione: ne sono state presentate 175mila,il 5,8% in più rispetto alle 165mila istanze depositate 12 mesi prima (un discreto aumento si è registrato pure nel confronto congiunturale, su dicembre 2017: +49mila domande di Naspi). A febbraio viene confermato il calo tendenziale delle richieste di Cig da parte delle aziende (-32,2% sul 2017); mentre, rispetto al mese precedente, sono riprese a crescere sia le autorizzazioni di cassa integrazione ordinaria per le difficoltà temporanee, +41,3% (specie nel settore dell’edilizia) sia la cassa integrazione straordinaria per crisi più strutturate, cresciuta del 27,8%, che della cassa in deroga che segna un incremento del 60,1%.

La fotografia scattata dall’Inps mostra, dunque, un mercato del lavoro in chiaro-scuro: a gennaio il numero di assunzioni effettuate dai datori di lavoro privati si è attestato a quota 655mila, il 22,1% in più rispetto a gennaio 2017. Oltre al già menzionato balzo dell’11,9% dei contratti a tempo indeterminato - trainati dagli incentivi della legge di Bilancio 2018 - si sono confermati in crescita anche i rapporti a termine (+18,3%) quelli in somministrazione (+26,8%), gli intermittenti (+83,6%) - quest’ultima tipologia negoziale ha sostituito i voucher abrogati lo scorso anno - , e i contratti di apprendistato (+29,6%). Anche il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, a gennaio è risultato positivo di 522mila unità, in crescita rispetto a quello del mese di dicembre (+456mila unità). Tuttavia, seppur in miglioramento, questo saldo rimane ancora negativo per i contratti a tempo indeterminato (-108mila), la variazione positiva del saldo annualizzato è trainata principalmente dalle assunzioni a termine (+381mila) e dalle assunzioni con contratto intermittente (120mila).

Insieme alle assunzioni sono aumentate le cessazioni (454mila, +15,9% sul 2017) di tutte le tipologie di rapporti, soprattutto tempo determinato e somministrazione (come già detto fanno eccezione i rapporti a tempo indeterminato). Quanto al dopo voucher, i due nuovi strumenti hanno avuto una diffusione piuttosto limitata: per i contratti di prestazione occasionale , la consistenza trimestrale dei lavoratori si è attestata tra le 15mila e le 20mila unità con un importo mensile lordo medio pari a circa 300 euro. Inoltre sono poco più di 3mila i lavoratori pagati con i titoli del libretto famiglia, con un importo mensile lordo medio attorno a 200 euro.

Dal sindacato, Guglielmo Loy (Uil) auspica che «la strutturalità dell’incentivo per la stabilità lavorativa dei giovani continui anche nel futuro», considerando «necessarie, comunque, regole che disincentivino l’uso improprio dei contratti a termine». Si sofferma sul’incremento congiunturale del ricorso agli ammortizzatori sociali Gigi Petteni (Cisl): «Preoccupa il balzo in avanti delle domande di disoccupazione di gennaio - spiega - che risentono della stagionalità, essendo relative in buona parte a rapporti a termine conclusi in dicembre. È singolare la fiammata delle ore di Cig, dopo oltre due anni di forte riduzione, in parte dovuta alla possibilità di spesa delle risorse residue per la cassa in deroga. Bisognerà monitorare il mercato del lavoro nei prossimi mesi».

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