Contrattazione

Dalla flessibilità più produttività e risparmio di costi

di M.Piz.

Una modalità lavorativa destinata a diventare sempre più centrale: è questo il futuro (e in parte già il presente) del lavoro agile. I numeri resi noti ieri mattina durante la presentazione dell'indagine dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano sono più che incoraggianti, specie quando si parla di grandi aziende. «Oggi come oggi - ha spiegato nel suo intervento Vittorio Ratto, Responsabile Governo Risorse Umane, Organizzazione e Strategie di Crédit Agricole Italia - nel nostro istituto usufruisce dello smart working il 40% di un bacino potenziale composto da 2.500 risorse. Le numeriche crescono giorno dopo giorno e il bilancio che ne traiamo è positivo sia in termini di soddisfazione, sia di ingaggio».

In Crédit Agricole da possibilità a diritto

Elemento significativo, in Crédit Agricole Italia il lavoro agile è diventato un diritto dei lavoratori. «Abbiamo adottato il lavoro agile con coerenza – ha sottolineato il manager - riflettendone i principi anche nella realizzazione della nostra nuova sede direzionale, Crédit Agricole Green Life, dove tutti i 1.600 colleghi che vi lavorano dispongono della strumentazione adatta per operare da remoto».

Zurich ripensa gli spazi

Il lavoro agile è stata una scelta vincente anche per Zurich Insurance Group, che ha ottenuto ieri mattina dall'Osservatorio il premio “Smart Working Impact Award 2018”, destinato alle organizzazioni già vincitrici dello Smart Working Award, in cui il progetto negli ultimi anni ha avuto un impatto significativo sull'organizzazione.

Nel progetto, denominato Atom per indicare l'entità del cambiamento che viene portato in azienda, la possibilità di lavorare da remoto è stata affiancata dal ripensamento degli spazi, con lo scopo di rinnovare progressivamente le sedi del Gruppo Zurich realizzando ambienti coerenti con il nuovo modo di lavorare e utilizzando lo spazio in maniera più efficace ed efficiente.

All'iniziativa hanno aderito 914, fra dipendenti e dirigenti, dei circa 1.200 collaboratori Zurich in Italia, con un tasso di adesione superiore al 75 per cento. Buoni anche i risultati sul fronte dei risparmi, con una diminuzione di circa il 50% dei costi di gestione della sede in termini di affitti, utenze e manutenzioni.

«Smart working significa cambiare il modo di lavorare partendo dall'approccio culturale, non solo fisicamente (il luogo dove si lavora) ma anche nelle modalità di collaborazione e condivisione degli obiettivi e dei risultati - ha evidenziato Federica Troya, Head of Hr & Services di Zurich -. Il progetto in sostanza funziona solo se sa coinvolgere tutti, anche coloro che continuano a lavorare in modo tradizionale e tutto si basa sulla relazione di fiducia tra i responsabili e i componenti dei team. Ciascuno diviene responsabile del proprio lavoro e dei risultati che esso porta, avendo ben chiari quali sono i suoi obiettivi».

Tre leve nel progetto di Intesa Sanpaolo

Un’esperienza di successo è anche quella di Intesa Sanpaolo, altra aziende premiata dall'Osservatorio per “Hive – Il futuro al lavoro”, progetto pilota che ha portato al rinnovamento del quarto piano del complesso di Piazza della Scala, sede della Direzione Global Transaction Banking. Il progetto, nato nell'aprile 2016, è diventato realtà nel giugno 2017 utilizzando lo smart working in un contesto orientato a far evolvere il “patto” tra la stessa azienda e le persone in una logica win-win. Tre le leve utilizzate: quella fisica, con il superamento della scrivania assegnata individualmente, la drastica riduzione degli archivi cartacei e la valorizzazione dei vincoli architettonici; la leva organizzativa e tecnologica, con l'utilizzo di strumenti che favoriscono il lavoro flessibile e la programmazione activity based della mobilità e dell'uso di sale e attrezzature; la leva motivazionale, con la responsabilizzazione delle persone nei confronti degli spazi condivisi e l'orgoglio di costituire un modello da esportare all'interno della banca.

«Con il progetto Hive - ha spiegato Roberto Battaglia, responsabile della Direzione personale della Divisione Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo - abbiamo potuto toccare con mano le potenzialità che derivano dal mettere insieme la straordinaria competenza delle funzioni tecniche della nostra azienda con l'entusiasmo e le capacità ideative dei nostri collaboratori e delle nostre collaboratrici».

In Maire Tecnimont la mensa diventa luogo di lavoro

Nel Gruppo Maire Tecnimont, ai vertici internazionali nella fornitura di tecnologia e nelle attività di ingegneria e costruzione per la realizzazione di grandi impianti industriali, principalmente nel settore degli idrocarburi, il percorso verso il lavoro agile è iniziato nel 2016, coinvolgendo da subito i dipendenti, ed è stato poi implementato attraverso l'applicazione progressiva dello smart working alla quasi totalità dei dipendenti che, sulla base della programmazione delle attività concordata con il proprio responsabile, possono lavorare nel luogo ritenuto più efficace, recandosi anche un solo giorno a settimana presso la sede aziendale. I risultati ottenuti, premiati ieri al Politecnico, parlano di 1.800 persone progressivamente coinvolte entro fine 2018, di una rivisitazione dell'intera Hall del Complesso Garibaldi, trasformata in luogo di incontro e co-working aperto alla città di Milano, di una mensa aziendale ripensata con un orientamento digitale e polifunzionale: non più semplice area per la pausa pranzo, ma luogo di lavoro e di incontro deputato di oltre 500 sedute e 5 sale riunioni multimediali.

Per Franco Ghiringhelli, Senior vice president Risorse Umane, Organizzazione e Ict del Gruppo, «Maire Tecnimont ha posto le persone al centro nel disegnare il nuovo modo di lavorare e che ha come principi ispiratori produttività, motivazione, sostenibilità e ingaggio. Abbiamo ingaggiato i nostri dipendenti chiedendo loro di mettere in campo le loro idee, supportato i manager nel cambiamento, reso gli spazi più funzionali e dotato le persone di tecnologie abilitanti. È un progetto in cui crediamo, in cui abbiamo investito e che riteniamo potrà supportarci nel traguardare le sfide che ci attendono. Questo programma rappresenta certamente uno degli elementi abilitanti della digital transformation che il Gruppo Maire Tecnimont ha intrapreso».

L’indagine sui costi targata Regus

L'importanza del lavoro flessibile si sente non solo sul fronte dell'accrescimento della produttività, ma anche su quello della riduzione dei costi. I conti sono stati fatti in “The added value of flexible working, studio socio-economico che analizza l'impatto di smart working & co. commissionato a economisti indipendenti da Regus, ai vertici mondiali per la fornitura di spazi di lavoro. Secondo lo studio, sotto i riflettori al Politecnico, il lavoro flessibile innesca un meccanismo virtuoso per ogni sistema-paese che entro il 2030 porterà un valore aggiunto lordo all'economia globale pari a 10 trilioni di dollari.

Oltre al valore aggiunto per ogni sistema-Paese, un'adozione su vasta scala dei principi di lavoro flessibile gioverebbe anche alla vita dei singoli. L'analisi commissionata da Regus stima in 3,53 miliardi le ore spese per recarsi sul posto di lavoro che verrebbero risparmiate nel mondo entro il 2030, una quantità di ore equivalente al tempo passato al lavoro ogni anno da 2,01 miliardi di persone.

Secondo Mauro Mordini, country manager di Regus Italia, «il lavoro flessibile è uno strumento molto potente e non bisogna fare l'errore di pensare che a trarne beneficio siano solo le aziende o i singoli lavoratori, perché anche la società e l'economia nel loro complesso hanno da guadagnarci».

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