Contrattazione

Salario minimo, si cerca intesa

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

La tregua tra Salvini e Di Maio sancita dal vertice di lunedì notte produce un primo effetto al Senato, dove la Lega annuncia il ritiro degli emendamenti al Ddl Catalfo sul salario minimo.

La proposta, su un tema che è il cavallo di battaglia del M5S, presentata dai grillini a luglio del 2018, è rimasta in stand by per mesi anzitutto per le perplessità della Lega (oltre alla contrarietà di tutte le parti sociali). Al tavolo tecnico che verrà convocato la prossima settimana per trovare una sintesi tra le posizioni dei due alleati di governo, la Lega si presenterà con una serie di paletti. Il Ddl Catalfo prevede che il trattamento economico minimo orario previsto dal contratto nazionale di lavoro non può essere inferiore a 9 euro lordi. Una soglia, quindi, che imporrebbe a buona parte dei contratti di ritoccare all’insù i livelli retributivi che stanno sotto questa soglia legale, con un effetto a catena sui livelli superiori che dovrebbero essere rimodulati.

L’Inps ha calcolato che nei 10 Ccnl maggiormente applicati il 52,9% dei lavoratori è sotto questo minimo orario che si vuole fissare ex lege. Ipotesi che preoccupa molto la Lega, considerando l’impatto che avrebbe sull’incremento del costo del lavoro a carico delle piccole imprese, degli artigiani, del commercio che rappresentano una fetta consistente della propria base elettorale. «Cerchiamo una convergenza al tavolo con il M5S per migliorare il testo», spiega William De Vecchis (Lega) , vicepresidente della commissione Lavoro di palazzo Madama.

Il testo è calendarizzato in Aula la prossima settimana dal 19 al 20 giugno «ove concluso dalla commissione», come ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo. Ma appare molto difficile il rispetto di questa scadenza, considerando che ancora la commissione non ha ripreso l’esame del testo.

Le posizioni di partenza sono distanti nella maggioranza giallo-verde. La Lega, negli emendamenti di cui ha annunciato il ritiro ha posto questioni rilevanti; a partire dall’applicazione dei minimi di 9 euro lordi l’ora «solo ai settori e alle categorie non regolamentate dalla contrattazione collettiva», come previsto del resto dal contratto di governo e di fatto bypassato dalla proposta Catalfo. La Lega ha anche chiesto che nei 9 euro l’ora siano compresi «gli elementi fissi e variabili della retribuzione», e che sia dato più peso alla contrattazione territoriale e comunque alle parti sociali maggiormente rappresentative.

L’ultima versione del Ddl Catalfo prevede l’applicazione delle nuove disposizioni al lavoro subordinato e ai collaboratori. I 9 euro non valgono per il lavoro domestico reso a favore delle famiglie; in questo caso l’importo sarà definito in base al trattamento economico minimo del Ccnl del settore, da un decreto del ministero del Lavoro.

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