Contrattazione

In banca si fanno largo quadri, donne e over 50

di Cristina Casadei

Il rinnovo del contratto dei bancari sembra aver imboccato la sua strada e la trattativa serrata dei prossimi giorni dirà se Abi e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) riusciranno a costruire un equilibrio sostenibile per tutti. Il presidente del Casl di Abi, Salvatore Poloni, spiega che le parti stanno «lavorando per cercare di avere il contratto entro la fine dell’anno. Tutte le trattative complesse hanno sempre un decollo complicato, gli argomenti sono tanti. Arriva il momento in cui si individuano i pilastri fondamentali, poi l’accelerazione viene spontanea. I tempi sono maturi per un’accelerazione». Ma quanti sono e chi sono i bancari che, insieme alle 348 imprese che conferiscono mandato di rappresentanza ad Abi, dovrebbero dire sì al nuovo contratto? Un’anticipazione del rapporto sul Mercato del lavoro del 2019 di Abi ci dice che la banca è oggi il settore della riscossa delle donne: le quote rosa, in vent’anni, sono cresciute di oltre il 15%. La strada per arrivare ai vertici sembra, però, ancora molto difficile per le donne che oggi sono solo il 15,9% dei dirigenti, in crescita rispetto all’1,8% del 1997.

Il perimetro si retringe

I bancari si sono ristretti a 288mila e il trend dell’occupazione in banca è in calo costante già da alcuni anni: tra il 2017 e il 2018 è stato del 3,5%. Il 94,4% di loro ha in tasca almeno un diploma di scuola media superiore. Di questi il 42,3% ha una laurea, mentre l’1,6% ha conseguito un dottorato di ricerca o un master.

Il 99% ha il posto fisso

Chi lavora in banca ha un posto stabile: il contratto di lavoro a tempo indeterminato riguarda infatti il 99% dei lavoratori. Le assunzioni a tempo indeterminato comunque sono oltre la metà (56,2%) delle entrate dei lavoratori subordinati, a cui va aggiunto l’8,6% di assunzioni di apprendisti: il totale di assunzioni stabili è quindi il 64,8%. Ad essere assunti con contratto a tempo determinato è invece il 35,2% dei bancari. Tra i neoassunti e le fasce più giovani c’è una componente femminile predominante: una bancaria su tre ha meno di 40 anni, rispetto al 22% dei colleghi maschi, mentre se prendiamo chi ha più di 50 anni, allora il 46% sono uomini e il 33% donne.

L’età media si alza

Nell’ultimo decennio (2008-2018) l’età media di chi lavora in banca è aumentata di 4,5 anni, al punto che oggi ha raggiunto 47 anni. L’invecchiamento è stato di 2,4 anni per i dirigenti, di 3,9 anni per i quadri direttivi e di 4,4 per le aree professionali. Nonostante in banca ci sia stato un intenso passaggio generazionale, testimoniato dall’ampio ricorso alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà, attraverso il quale sono usciti oltre 70mila bancari, e dal ricorso al Fondo per l’occupazione con cui sono stati assunti 20mila giovani, c’è un progressivo invecchiamento della popolazione. Se nel 2008 gli under 35 erano oltre un quarto dei bancari oggi sono poco più di uno su dieci. Praticamente costante la fascia di chi ha tra i 36 e i 55 anni, mentre è pressoché triplicata quella degli over 55: erano l’8% nel 2008, oggi sono il 20,5%.

Le donne in banca

Se nelle posizioni strategiche del credito le donne sono poche e sembra esserci ancora un indiscusso monopolio maschile, andando a vedere la composizone generale le lavoratrici sono il 46,2% dei dipendenti del settore, in crescita continua: rispetto all’anno precedente c’è infatti stato un aumento dello 0,3%. Se invece prendiamo un orizzonte temporale più ampio, i venti anni tra il 1997 e il 2018, allora la crescita delle donne in banca è stata di oltre il 15%. Pur rimanendo ancora poche, crescono comunque tra i dirigenti, dove sono passate dall’1,8% del 1997 al 15,9% del 2018, tra i quadri direttivi dove sono balzate dal 13,2% al 34,7% e nelle aree professionali dove erano il 38,4% e oggi sono il 56%.

La crescita del part time

Il part time è una modalità scelta dal 12,5% dei lavoratori, in crescita rispetto agli anni precedenti. Facendo un’analisi di genere questo tipo di contratto si scopre che è una prerogativa quasi esclusivamente femminile: a fine dicembre del 2018 i lavoratori part time erano per il 93% donne e per il 7% uomini. Se ne può quindi dedurre che la crescita dell’occupazione femminile sia stata agevolata anche dalla possibilità di avere la flessibilità oraria per conciliare tempi di vita e di lavoro.

Gli inquadramenti

Gli inquadramenti dei bancari ci riportano nel bel mezzo della trattativa per il rinnovo del contratto. Già nel 2015 le parti avevano condiviso la necessità di una loro riforma e la avevano demandata a un’apposita commissione. In banca il personale è largamente concentrato nei livelli di inquadramento più elevati: quadri direttivi e terza area quarto livello rappresentano il 61% dei bancari. I gradi più alti sono in costante crescita: nel periodo 2000-2018 i dirigenti sono aumentati dello 0,8%, mentre i quadri direttivi sono cresciuti del 12,4%. Calano invece le aree professionali: -13,2%. Queste dinamiche hanno portato e stanno portando a una situazione abbastanza anomala dove i bancari sono per il 56,2% aree professionali, per il 41,5% quadri direttivi e per il 2,3% dirigenti: un po’ come in una città dove ci sia un vigile per ogni automobile.

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