Contrattazione

Bcc e sindacati verso la proroga del contratto che scade a fine anno

di Cristina Casadei

Per il contratto delle Bcc Federcasse e i sindacati vanno verso una proroga. Il rinnovo, siglato lo scorso gennaio e che riguarda 34mila bancari, è in scadenza a fine anno, ma ci sono ancora molte questioni da risolvere prima che la piattaforma sindacale possa essere presentata. Max Mazzoldi, responsabile nazionale delle Bcc della Fabi, ieri alla tavola rotonda del 125° consiglio nazionale del sindacato degli autonomi del credito, ha spiegato che «diventa difficile pensare a un contratto nazionale nel momento in cui i due gruppi bancari non hanno ancora presentato il piano industriale. La piattaforma è già pronta ma vogliamo vedere quale impatto avranno i piani industriali per poterla definire meglio». Domenico Mazzucchi, coordinatore Fabi del gruppo Cassa centrale banca, individua due questioni dirimenti: «La prima è il ruolo del contratto nazionale Bcc che deve essere separato da quello del credito ordinario. I gruppi bancari rimangono cooperativi, c’è una mutualità e bisogna che questa differenziazione sia statuita. Adesso però bisogna dare risposte veloci al settore perché bisogna completare le materie che erano rimaste sospese nel vecchio contratto, come la revisione del fondo di solidiaretà e l’istituzione del Foc».

Per questo sono già stati calendarizzati una serie di incontri per la prossima settimana e per quella successiva, con cui lo stesso vicepresidente di Federcasse Matteo Spanò auspica che «possano essere conclusi i capitoli rimasti ancora aperti». Quanto al prossimo rinnovo, Spanò ribadisce «il ruolo del contratto delle Bcc che hanno sostanziali specificità anche nel nuovo assetto dei gruppi bancari cooperativi rispetto al credito ordinario ed è bene che mantengano un loro contratto». Anche per questo Marco Vernieri responsabile delle risorse umane di Iccrea banca, aggiunge che si aspetta «una piattaforma che non sia la fotocopia di quella di Abi».

A proposito di specifità Verner Pedoth, coordinatore nazionale Fabi del gruppo Ips-Raiffeisen di Bolzano, rimarca che «è necessario mantenere e tutelare le specificità locali, non solo quelle dei due gruppi nazionali», mentre il segretario nazionale della Fabi, Luca Bertinotti, ci tiene a rimarcare l’importanza dell’ultimo rinnovo e la necessità di andare in scia al percorso iniziato, con cui, ricorda, «è stato mantenuto il diritto di reintegra, è stata acquisita la parità di retribuzione per i contratti di inserimento, abbiamo mantenuto il calcolo pieno del Tfr e, dopo un lungo percorso, anche l’aumento della busta paga, consentendo di preservare i profili e le peculiarità che contraddistinguono il credito cooperativo». A mettere il sigillo a questa posizione ci pensa il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni che conclude che «il contratto delle Bcc può rimanere» , ma serve «un ruolo più forte, politico e di aggregazione di Federcasse» e rimarca l’importanza «dei nuovi gruppi del settore e del loro radicamento sui territori». Alle Bcc il sindacalista chiede «maggiore attenzione all’occupazione: bisogna essere d’accordo sul fatto che la digitalizzazione non deve avere impatti sul personale». Secondo Sileoni «i prossimi piani industriali vanno condivisi col sindacato» anche in relazione alla scadenza imminente del contratto e alla eventuale proroga».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©