Contrattazione

Fisco più leggero per auto green

di Mauro Pizzin

Un ripensamento in tre tappe, se non un dietrofront, quello del Governo Conte, in materia di tassazione delle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti.

La polemica è scaturita con la prima versione del disegno di legge di bilancio, in cui i veicoli in fringe benefit per i lavoratori dipendente sono stati calcolati a fini fiscali per il loro valore pieno - contro l’attuale 30% - su una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri annui e in base ai costi chilometrici delle tabelle Aci. Il provvedimento, contestato in seno alla stessa maggioranza e applicabile dal prossimo primo gennaio ai contratti già in corso, avrebbe avuto effetti pesanti sulle buste paga dei lavoratori e forti ripercussioni per il settore del noleggio.

L’impatto della norma è stato attutito una prima volta aumentando la tassa sulle auto aziendali dal 30 al 60% del valore convenzionale del fringe benefit per arrivare al 100% previsto nella prima bozza normativa solo per le auto superinquinanti, esentando sempre dalla stretta i veicoli utilizzati a fini commerciali.

L’ultimo emendamento presentato in commissione Bilancio del Senato ha, infine, minimizzato la portata del primo provvedimento. Non solo perchè lo rende applicabile solo ai contratti stipulati dal primo luglio 2020, ma anche perchè riscrive le soglie previste in origine. Più precisamente, per i veicoli di nuova immatricolazione con valori di emissione di anidride carbonica (CO2) non superiori a 60 grammi sarà a carico del lavoratore il 25% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri. Una percentuale elevata al 30% per i veicoli con emissioni tra 60 e 160 g/gm, al 40% per il 2020 e al 50% per il 2021 nella fascia 160-190 g/km, al 50% nel 2020 e al 60% nel 2021 per i veicoli oltre i 190 g/km.

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