Contrattazione

L’irresistibile attrazione dell’auto aziendale

di Mauro Pizzin

Un fringe benefit tra i più desiderati da parte dei dipendenti, se non il più gradito in assoluto: è questa la fotografia dell’auto aziendale scattata dai direttori del personale, che la considerano uno strumento dotato di forte potere motivazionale, alle condizioni attuali piuttosto conveniente sul fronte costi-benefici. Condizioni, tuttavia, che avrebbero potuto cambiare drasticamente se il Parlamento avesse dato il via libera nella futura legge di bilancio alla prima versione della norma contenuta nel disegno di legge varato dal Governo, che penalizzava fortemente l’utilizzo delle auto aziendali sul fronte fiscale, un testo prima depotenziato e attualmente privato del tutto o quasi di effetti deflagranti (si veda l’altro articolo in pagina).

L’alto gradimento per l’auto aziendale è stato messo nero su bianco anche da un’indagine effettuata dall'Aidp, l'Associazione italiana per la direzione del personale, che sul tema ha coinvolto nelle scorse settimane i suoi aderenti. Quasi 400 sono state le risposte fornite al questionario proposto, segno di un’adesione molto alta al sondaggio, a conferma dell’importanza del tema trattato.

Ebbene, secondo il 95% dei direttori del personale la concessione dell’auto aziendale come benefit fra i dipendenti è molto gradita (per il 60% moltissimo), così come il potere motivazionale dello strumento, ritenuto, peraltro, molto conveniente dal 53% dei dirigenti. «L’importanza dell’auto aziendale non stupisce - sottolinea la presidente di Aidp, Isabella Covili Faggioli -, tanto più che si dice da anni che il cuneo fiscale dovrebbe essere abbattuto: proprio in quest’ottica la concessione dell’auto può essere uno strumento importante. Aggiungo, anzi, che visto che in generale l’aumento degli stipendi non appare più procrastinabile, se la grande sfida è quella di aumentare il potere di acquisto delle famiglie limitando il più possibile l’aggravio per le aziende, l’autostrada da percorrere è proprio quella dei benefit».

L’alto consenso per l’auto aziendale - secondo Covili Faggioli «uno strumento che taluni ritengono elitario, ma che non dovrebbe essere considerato tale quando la macchina serve anche per lavorare» - era stato evidenziato anche in un focus realizzato nell’ambito dell’indagine retributiva 2019 di Assolombarda. Nel focus è stato sottolineato che questo benefit non costituisce solo un importante strumento di lavoro, ma sempre più un efficace fattore per attrarre o trattenere le risorse umane più qualificate. Per quanto messo a disposizione solo del 13% dei lavoratori in area lombarda (fra cui l’85% dei dirigenti, il 39% dei quadri e il 10% degli impiegati), l’indagine dell’associazione degli industriali, basata su 40mila dati retributivi raccolti, evidenzia che l’81% delle aziende del territorio ha una flotta aziendale, fra cui la quasi totalità (90,4%) delle società con oltre 100 dipendenti, e che il 37% degli utilizzatori versa un contributo per l’auto aziendale.

L’attrattività per questo benefit, tanto da parte dei lavoratori quanto da parte delle aziende, come detto, potrebbe cambiare nel caso in cui si verificasse un pesante aggravio dei costi a carico del dipendente. A ritenerlo, ritornando all’indagine Aidp, è l’83% degli intervistati, e in questo eventuale contesto solo il 20% dei direttori del personale ritiene peraltro che i dipendenti continuerebbero a richiedere l’auto aziendale, mentre per il 27% sarebbero probabilmente gli stessi lavoratori a chiedere un benefit diverso. In generale oltre la metà degli intervistati (il 51%) è convinto che saranno gli stessi dipendenti a chiedere di convertire questo benefit in un’altra forma di welfare.

Al netto delle scelte dei lavoratori, peraltro, un rincaro dei costi delle auto aziendali, appesantirebbe anche i bilanci datoriali e di questo tiene conto l’indagine chiedendo il parere dei direttori del personale anche su questa seconda faccia della medaglia. Rispetto all’ipotesi di non concedere più il benefit dell’auto aziendali in caso di aggravio fiscale le posizioni appaiono, però ,più sfumate: il 31% sarebbe orientato a non rinnovare il benefit, il 38% sembrerebbe abbastanza orientato a non concederlo più e il 30% sembrerebbe decisamente orientato a continuare a offrire lo stesso l’auto aziendale.

L'attrattività dell'auto aziendale per i lavoratori

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