Contrattazione

Bancari, via libera al contratto. L’aumento scatta questo mese

di Cristina Casadei

Per i 290mila bancari della banche rappresentate da Abi, nella busta paga di marzo arriverà la prima tranche di aumento di 80 euro, definita dall’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, siglata dalle banche e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) lo scorso dicembre. Con tanto di arretrati, visto che il rinnovo è a decorrere da gennaio 2020. Per il livello medio di riferimento, impiegati, terza area, quarto livello, significa 240 euro: gli 80 euro di marzo, oltre ai 160 di arretrati, 80 per gennaio e 80 per febbraio. Ieri è infatti arrivato il via libera da parte delle assemblee dei lavoratori all’ipotesi di accordo, dopo il sì unanime del comitato esecutivo dell’Abi dello scorso 16 gennaio. Il contratto porterà in busta paga un aumento di 190 euro a regime in tre tranches: 80 euro la prima a decorrere da gennaio 2020, 70 euro la seconda dal primo gennaio del 2021 e 40 euro la terza dal primo dicembre del 2022. Una distribuzione che ha consentito un bilanciamento tra la tutela del potere di acquisto della retribuzione e gli equilibri economici delle banche.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha impedito il completo svolgimento delle assemblee che erano state programmate fino alla fine della prossima settimana. Quelle finora svolte hanno approvato a larga maggioranza l’ipotesi di accordo e così, ieri, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno inviato all’Abi una lettera firmata da tutti i segretari generali, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto, con cui hanno sciolto la riserva sull’ipotesi di rinnovo dello scorso 19 dicembre.

Da ieri i bancari hanno così il nuovo contratto. La decisione dei sindacati è dovuta anche al provvedimento del governo per l’emergenza Coronavirus che ha vietato assembramenti e quindi di fatto ha “stoppato” le assemblee dei lavoratori che erano state chiamate a esprimersi sull’ipotesi di accordo. Dal momento che la larghissima maggioranza delle assemblee svoltesi finora aveva dato il via libera, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno chiesto all’Abi l’immediata applicazione del nuovo contratto nazionale, compresa la parte economica e i relativi arretrati.

L’aumento rappresenta però uno degli elementi del nuovo contratto: il negoziato ha infatti trattato molti aspetti e ha portato al risultato di un vero rinnovo contrattuale e non di un’operazione di manutenzione. Tra le novità più importanti la cabina di regia e il comitato nazionale bilaterale sulla digitalizzazione che rappresenta un elemento di forte innovazione e trasformerà le relazioni sindacali nel settore in un work in progress, il mantenimento delle tutele, il diritto alla disconnessione, l’abolizione del salario di ingresso per i giovani, la conferma del Fondo per l’occupazione (Foc), l’inserimento dell’accordo del 2017 sulle politiche commerciali nell’articolato contrattuale, la riduzione degli inquadramenti che passano da 13 a 9 con un accorpamento dei due livelli delle due aree professionali più basse, con sostanziale invarianza della retribuzione. A questo si aggiungono il consenso obbligatorio del lavoratore per i trasferimenti di coloro che hanno più di 52 anni di età e 22 di servizio, le soluzioni trovate in materia conciliazione vita privata e lavorativa, la regolamentazione a livello nazionale del lavoro agile fondata sulla volontarietà, la tutela della dignità e il rispetto della salute e sicurezza dei lavoratori, la banca del tempo che servirà anche per donare giornate di lavoro ai colleghi in difficoltà e la formazione che garantirà ai bancari una maggiore occupabilità.

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