Contrattazione

Contratti a tempo con meno paletti

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Una prima falla al cosiddetto decreto Dignità l’ha aperta il Dl Rilancio, consentendo di prorogare e rinnovare i contratti a termine fino alla fine di agosto senza la necessità di apporre le causali. Il piano Colao ha indicato tra gli interventi urgenti per la sopravvivenza e la ripartenza delle imprese, proprio la proroga della misura per tutto il 2020. E nella maggioranza è aperta la riflessione, con il Pd e Iv che premono per la conferma della misura almeno fino alla fine dell’anno: la risposta potrebbe arrivare in un emendamento da presentare in sede di conversione in legge del Dl 34 alla Camera.

Del resto come l’Istat ha certificato pochi giorni fa, è drammatico l’impatto dell’emergenza coronavirus sul mercato del lavoro che ha prodotto un calo di 274mila occupati tra marzo e aprile - il più elevato mai rilevato dalle serie storiche mensili -, e la componente che ne ha risentito maggiormente è proprio quella degli occupati a termine (-129mila). Quadro confermato dalle previsioni della Banca d’Italia sull’effetto della recessione, in uno scenario di base che prevede la caduta del 9% del Pil (con ipotesi peggiore che arriva ad un -13%) che si tradurrà in circa 900mila occupati in meno per quest’anno ed un crollo di 2milioni di Ula, unità di lavoro equivalenti, ovvero delle posizioni lavorative equivalenti agli occupati a tempo pieno. Ciò significa non solo che ci saranno meno occupati, ma anche più posti precari. Ne è consapevole il governo che, in vista della Nadef, si attende una caduta dell’occupazione quest’anno pari a circa 2 punti percentuali. In termini assoluti, si tratta di un calo tra 4/500mila occupati, la stragrande maggioranza sono lavori temporanei, visto il blocco dei licenziamenti in vigore fino al 17 agosto.

In questo scenario l’esecutivo sta valutando quali contromisure prendere, per cercare di favorire rapporti di lavoro flessibili con più tutele per i lavoratori. «In una fase di incertezza come quella attuale e di rallentamento generale dell’economia - ragiona la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi -, le imprese faticano a prendere impegni a lungo termine sul versante occupazionale. Bisogna rimuovere gli ostacoli al proseguimento di un contratto a termine, che rappresenta la forma flessibile che offre più garanzie al lavoratore. Va tolto ogni alibi a chi intende stipulare rapporti di lavoro meno tutelanti. È un nodo politico oggetto di riflessione nella maggioranza». Lo strumento? «Con un emendamento al decreto Rilancio - aggiunge Puglisi - potremmo spostare la data, dalla fine di agosto almeno alla fine dell’anno, delle proroghe e dei rinnovi dei contratti a termine senza causali. Già sono stati depositati diversi emendamenti che vanno in questa direzione». D’accordo Marco Leonardi, consigliere economico del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: «Rinviare il divieto di licenziamento non serve a nulla se non ripartono le assunzioni, e oggi le assunzioni ripartono solo a tempo determinato – spiega -. Se non facciamo ripartire le assunzioni, superando le attuali rigidità normative, il divieto prolungato di licenziamento può essere solo un boomerang».

Una delle aree di maggiore sofferenza è rappresentata dagli artigiani, il cui fondo bilaterale ha esaurito subito i 90 milioni per la copertura degli ammortizzatori, lasciando decine di migliaia di lavoratori in attesa del sostegno al reddito. Una boccata d’ossigeno arriva dal decreto Economia-Lavoro con circa 250 milioni di stanziamento al Fondo bilaterale degli artigiani che è alla firma della Corte dei Conti. È stato invece firmato ieri dal Capo dello Stato il decreto che consente di utilizzare subito le ulteriori 4 settimane di Cig Covid.

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