Contrattazione

Troppa burocrazia frena i nuovi «voucher» È allarme vendemmia

di Claudio Tucci

Con l’inizio delle campagne di raccolta, dalla vendemmia, partita a Ferragosto e che proseguirà per tutto settembre, inizi ottobre, alla frutta autunnale, alle olive, «è necessario modificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, vale a dire il contratto di prestazione occasionale, che nel 2017 ha preso il posto dei più semplici e tutelanti voucher, così da consentire alle aziende agricole di reperire manodopera in tempi brevi». Un’operazione di radicale semplificazione, che oggi «si rende ancora più urgente, considerando il freno agli arrivi in Italia degli stagionali, soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, in primis Bulgaria e Romania, a causa dell’emergenza Coronavirus, e le nuove regole sulla quarantena di 14 giorni per tutelare lavoratori e territorio».

A lanciare un messaggio al governo, in settimane “cruciali” per il lavoro nei campi, sono tutte e tre le principali confederazioni degli imprenditori agricoli, Coldiretti, Cia-Confederazione degli agricoltori italiani, Confagricoltura, sentite dal Sole 24 Ore, che chiedono «alla politica» di guardare «con maggiore attenzione» al settore agricolo, cruciale nei mesi di lockdown, «ma inspiegabilmente escluso da tutte le misure del decreto Agosto legato al mondo del lavoro» (in particolare, esoneri contributivi in caso di assunzione o di mancata attivazione degli ammortizzatori sociali).

«Ogni anno il nostro comparto assume 1,2 milioni di lavoratori, di cui 370mila non italiani, e di questi 250mila sono neocomunitari - ha ricordato il responsabile Lavoro della Coldiretti, Romano Magrini -. Il 10% è occupazione a tempo indeterminato, il restante 90% sono rapporti temporanei, e le aziende che danno lavoro sono circa 200mila. Considerando che, per legge, queste persone l’anno precedente non debbono essere stati operai agricoli, parliamo di tutta occupazione aggiuntiva. Ecco perché c’è bisogno di un strumento normativo, sicuro e senza burocrazia, così come lo erano i vecchi voucher cartacei da 10 euro, 7,5 intascati subito dai lavoratori. Oggi il sistema produttivo nazionale è in seria difficoltà (8 milioni di cassaintegrati e 1,5 milioni di disoccupati) e questa potrebbe essere una delle soluzioni per aiutare a rilanciare la nostra economia».

Del resto, il contratto di prestazione occasionale non sta sfondando. Tutt’altro. In base agli ultimi dati Inps (aggiornamento al 10 agosto 2020) i lavoratori interessati da questo strumento nel 2019 sono stati appena 65.643, per poco più di 4 milioni di ore totali, e un importo lordo pro-capite di 821 euro. Quest’anno, al 10 agosto, i lavoratori con contratto di prestazione occasionale sono un numero ancora più basso, 25.813 (483 euro di importo loro pro-capite, e meno di 1 milione di ore totali).

Sul perché l’attuale sostituto del voucher sia di fatto poco utilizzato le idee sono chiare: «È uno strumento che prevede tanta burocrazia - ha aggiunto Danilo De Lellis, responsabile Lavoro della Cia-Agricoltori italiani -. Intanto, prevede diversi passaggi, dalla registrazione al sito dell’Inps, al versamento delle spettanze con modello F24, alla creazione del rapporto di lavoro, alla comunicazione 1 ora prima dell’avvio della prestazione lavorativa, al pagamento finale al lavoratore, che aspetta all’incirca un mese prima di ricevere le somme spettanti. A differenza dei vecchi, e rimpianti voucher, dove costituzione del rapporto di impiego occasionale e pagamento della prestazione erano immediate. Per questo, come Cia, abbiamo chiesto all’esecutivo uno snellimento dell’attuale impianto del lavoro accessorio, da ultimo anche con un emendamento al Dl Semplificazioni, con l’obiettivo di permettere alle aziende agricole di reperire manodopera facilmente e velocemente, come avveniva in passato attraverso il voucher, in particolare per fronteggiare situazioni emergenziali. Allo stesso tempo, viste le difficoltà di ingresso di nuovi lavoratori extracomunitari, chiediamo di prorogare al 31 dicembre 2020 tutti i permessi di soggiorno stagionali, assicurando ai tanti lavoratori extracomunitari presenti sul territorio italiano di continuare a svolgere l’attività nelle aziende agricole nel rispetto della legalità» (c’è poi l’urgenza della pubblicazione del decreto flussi altrimenti alcune attività, come sulle barbatelle nel distretto di Rauscedo, rischiano di non partire).

«La vendemmia sta entrando nel vivo e il contratto di prestazione occasionale ha mantenuto tutte le sue rigidità - ha proseguito Roberto Caponi, direttore dell’area Lavoro e Welfare di Confagricoltura -. Lo strumento è inutilizzabile dalle imprese con più di 5 dipendenti. C’è bisogno quindi di intervenire sulla norma, estendendola anche alle grandi aziende, modificando tetti reddituali e categorie di lavoratori che possono accedervi, oggi limitate a studenti fino a 25 anni, pensionati, disoccupati e percettori di integrazioni al reddito. Ci troviamo di fronte a un serio problema, quello della manodopera, che, peraltro, per un buon 40% arriva dall’estero, specie dall’Est Europa, con l’obbligo della quarantena per chi arriva da Bulgaria e Romania, che pesa sui conti delle aziende. C’è poco da aggiungere: i vecchi voucher cartacei erano lo strumento più fruibile per imprese e lavoratori. In agricoltura l’utilizzo dei voucher non aveva mai sollevato problemi. La politica rifletta, ma stavolta senza pregiudizi ideologici».

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