Contrattazione

Gomma plastica, aumento da 63 euro in arrivo

di Cristina Casadei

In un contesto che non ha agevolato la trattativa su nessun fronte, per le 5.500 aziende della gomma plastica e i 140mila addetti del settore, ieri, è arrivata la firma del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. L’intesa raggiunta dalla Federazione gomma plastica e da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, restituisce alle aziende stabilità sul fronte contrattuale per un periodo di tre anni e mezzo e ai lavoratori un riconoscimento economico determinato secondo i riferimenti contenuti nel Patto della fabbrica. Il contratto era scaduto il 30 giugno del 2019 e il nuovo sarà vigente fino al 31 dicembre del 2022. Storicamente per i sindacati si tratta di un contratto dove raggiungere l’intesa non è mai stato facile, ma è tra i più importanti per le realtà che interessa. «È un buon contratto, figlio dei suoi tempi. Apprezziamo il fatto che il 2020, anno difficilissimo per le aziende, sia esente da costi», commenta il direttore generale della Federazione gomma plastica Angelo Bonsignori. Tutte le previsioni, sia economiche che normative, entreranno infatti in vigore nel 2021, in modo da consentire alle aziende, molto impegnate sul fronte organizzativo e della ripresa, di avere il tempo per metabolizzare i costi e studiare le novità. Vediamole.

La parte economica

L’aumento medio sarà di 63 euro sui minimi, ossia su quello che nel patto della fabbrica si chiama trattamento economico minimo. Questo significa che per la categoria F il salario di riferimento passerà da 1.844 a 1.907 euro. Le tranche di aumento saranno due. La prima, quella più importante pari a 32 euro sarà corrisposta dal 1° gennaio del 2021, a distanza di due anni dall’ultima tranche di aumento, legata al precedente rinnovo e corrisposta a gennaio del 2019. La seconda tranche, di 31 euro, sarà invece erogata dal 1° gennaio 2022. Nell’articolato contrattuale è stato assorbito il patto della fabbrica e sono state apportate modifiche per inserire la definizione del Tem e del Tec. Il contratto migliora anche gli aspetti normativi del premio perequativo: le aziende per tre anni possono non erogare il premio di risultato o l’indennità sostitutiva. Allo scadere del terzo anno dovranno però individuare quale dei due strumenti adottare. L’indennità notte, inoltre, sarà proporzionata all’effettiva prestazione.

Il superamento dell’articolo 70

Il nuovo contratto, con la definizione del trattamento economico minino (Tem) e del trattamento economico complessivo (Tec) porta a un sostanziale superamento dell’articolo 70 che ha generato in passato molte discussioni e irrigidimenti tra le parti, perché in una fase di inflazione intorno allo zero virgola spesso determinava conguagli favorevoli alle imprese. L’articolo 70 prevedeva infatti la verifica ex post degli scostamenti tra l’aumento effettivamente determinato in base all’indice Ipca (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione) e l’aumento ricevuto secondo le previsioni fatte in sede di contrattazione sulla base dei dati disponibili.

Nel capitolo dell’orario e della prestazione lavorativa verranno introdotte le linee guida per la banca delle ferie solidali, saranno riconosciuti permessi per i famigliari di minori affetti da Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento), verranno scorporate le assenze per visite e ricoveri oncologici e la maternità anticipata per la maturazione della Rol. La programmazione dei permessi della legge 104 inoltre non sarà più trimestrale ma mensile. Il contratto mantiene le precedenti previsioni su previdenza e sanità integrative (quindi sostanzialmente lascia immutato il Tec), ma le parti cercheranno di rafforzare l’adesione al fondo sanitario “FasG&P”, attraverso una campagna informativa straordinaria. Imprese e sindacati hanno però previsto la costituzione della Commissione paritetica contrattuale nazionale Salute Sicurezza Ambiente che potrebbe contribuire anche a trovare soluzioni per superare questa fase di emergenza sanitaria.

La formazione

Sulla formazione viene dato un nuovo ruolo all’organismo bilaterale nazionale. Nelle aziende con oltre 50 dipendenti la Rsu potrà identificare al suo interno il delegato alla formazione che sarà consultato in sede di definizione delle tematiche della formazione finanziata.

Con il nuovo contratto ci sarà la revisione dell’impianto classificatorio attraverso la costituzione di una commissione paritetica. A questo proposito, per esempio, alcuni lavoratori addetti al ciclo produttivo, che oggi sono inquadrati al livello I passeranno al livello H una volta superato il periodo di prova.

I sindacati

Per i sindacati questo rinnovo «è un risultato davvero importante perché mette al riparo e aiuta una buona parte di lavoratori di questo paese, rilancia un sistema di relazioni tra sindacati e industria che fa bene alla nostra economia e significa affermare, ancora una volta, che la contrattazione nazionale è l’asse portate che può sostenere e rilanciare il lavoro», dice Marco Falcinelli della Filctem Cgil. Per la Femca-Cisl, Nora Garofalo, aggiunge che «tra le cose positive di questo rinnovo c’è che il salario segue le regole del Patto per la fabbrica, e inoltre ci sarà l’incremento di un livello per i livelli più bassi». Paolo Pirani della Uiltec considera l’intesa la dimostrazione che «rinnovare i contratti si può. Questo rinnovo riconferma il ruolo insostituibile del contratto nazionale, rafforza la contrattazione di secondo livello e sviluppa una forte interazione fra i due livelli di contrattazione».

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