Contrattazione

Grandi lavanderie, per 20mila lavoratori il primo contratto 2021

di Cristina Casadei

Il 2021 della contrattazione parte dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle lavanderie industriali, dove lavorano oltre 20mila persone che si occupano di sanificazione dei tessili e sterilizzazione dello strumentario chirurgico per sanità e turismo. Mai così strategiche come in questa fase di pandemia, soprattutto per le attività legate alla sanità. Il presidente di Assosistema, l’associazione di Confindustria che rappresenta le 1.200 imprese del settore, Egidio Paoletti, dice che «questo nuovo anno si apre con un accordo storico, in un contesto drammatico per le nostre aziende. Tuttavia, abbiamo ritenuto opportuno dare stabilità all’intero indotto composto da imprese, lavoratori e famiglie, avendo davanti un 2021 e un 2022 che si presentano pieni di incognite».

Questo contratto arriva in un contesto non facile, dopo che, nel complesso, le lavanderie industriali hanno registrato un calo del fatturato di 260 milioni di euro che ha interessato soprattutto quelle che offrono servizi al settore del turismo. Ci sono stati i ristori, certo, ma, come spiega Assosistema, il Dl ristori bis ha coperto il 5% di quanto richiesto per la sopravvivenza del settore, ovvero almeno 148 milioni per il 2020. L’accordo, siglato con Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, sarà valido per il periodo 2019-2022 e prevede un aumento sui minimi di 63 euro. Per il settore, il 2020 è stato un anno a due velocità, con un andamento molto diverso per turismo e sanità. Con un riflesso sull’aumento per il quale è stata prevista una diversificazione di decorrenza delle tranches, tra le aziende del turismo e quelle della sanità.

Il comparto è, per una sua parte significativa, caratterizzato dalla stagionalità. Dato l’impatto della pandemia molto forte sul turismo, le parti hanno convenuto di definire la stagionalità a livello nazionale, senza più rimetterla alla singola iniziativa dei territori o degli accordi aziendali. È stato convenuto di identificare l’attività delle lavanderie che operano nel turismo come attività stagionale, subendo la volatilità tipica del settore alberghiero e ristorativo. Proprio per questo, Assosistema Confindustria e i sindacati hanno già chiesto un incontro al ministero del Lavoro per favorire l’avvio di un dialogo con l’Inps per il riconoscimento della stagionalità per i lavoratori delle lavanderie, come avviene per i lavoratori del turismo, eliminando ogni discriminazione.

Tornando all’aumento, come spiega Paoletti, «era impensabile far decorrere prima della stagione estiva gli incrementi salariali per le aziende che operano per hotel e ristoranti, vista l’incertezza del momento». In particolare le parti hanno quindi condiviso che per il settore sanitario le tranche saranno 25 euro da marzo 2021, 25 euro da marzo 2022, 13 euro da agosto 2022, mentre per il settore del turismo, fortemente colpito dalla pandemia, le tranche saranno 20 euro da settembre 2021, 15 euro da marzo 2022, 15 euro da agosto 2022, 13 euro da dicembre 2022.

A questo proposito Marco Falcinelli e Sonia Paoloni, segretario generale e segretaria nazionale della Filctem Cgil, sottolineano l’importanza di «aver tenuto insieme il settore sanitario con il settore del turismo. Aver mantenuto uniti i saldi salariali delle due anime del settore per la vigenza contrattuale è un risultato davvero ragguardevole». Nora Garofalo, segretaria generale della Femca-Cisl, aggiunge che «l’accordo ha fatto sì che si trovassero delle soluzioni affinché alla scadenza del contratto i lavoratori dei vari settori mantenessero gli stessi minimi contrattuali. Un risultato ottenuto grazie alla solidità delle relazioni industriali con la controparte Assosistema, caratterizzate da buon senso e da responsabilità». Per Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, questo accordo «è soddisfacente sia dal punto di vista economico che da quello normativo. Fare sindacato significa prima di tutto tutelare i diritti dei lavoratori e fare i contratti. Solo così si risponde alle esigenze del mondo del lavoro e anche di quello produttivo».

Tra gli altri dettagli dell’accordo, sempre per la parte economica, va citato l’aumento dell’elemento perequativo, per le aziende che non effettuano la contrattazione di secondo livello, che passerà a 230 euro nel 2022 e a 260 euro nel 2023.

Per la parte normativa, invece, sono stati migliorati gli articoli sul sistema delle relazioni industriali inserendo linee guida sulla partecipazione dei lavoratori e rafforzando l’osservatorio nazionale dell’ente bilaterale Ebli. L’intesa, inoltre, rafforza le norme a contrasto del dumping contrattuale. Paoletti ricorda che «a questo è dedicato un vero e proprio articolo del contratto, relativo all’analisi degli appalti e alla verifica delle pratiche di concorrenza sleale che si verificano attraverso l’applicazione di contratti pirata sottoscritti da organizzazioni sindacali e datoriali non rappresentative del settore con l’unica finalità di abbattere costi e diritti di imprese e lavoratori».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©