Contrattazione

La quota rosa di dirigenti cresce del 49% in terziario e servizi

Giovani e donne, come emerge da tutte le analisi e le statistiche, sono state le due categorie più penalizzate dall’impatto negativo della pandemia sul lavoro. Se però analizziamo solo parte dell’occupazione femminile, quella delle dirigenti, in un ambito specifico, quello del terziario e dei servizi, in un arco temporale lungo un decennio, allora possiamo avere qualche sorpresa dai percorsi di carriera delle donne. Cresce infatti il numero delle manager e la dirigenza delle aziende si colora sempre più di rosa, secondo quando emerge dall’ultimo Rapporto Donne Manageritalia che sarà presentato l’8 marzo.

Nel periodo 2008-2019 il dato più rilevante è la crescita del 49% delle dirigenti donne, a fronte di un calo del 10% degli uomini. Il percorso e la ripresa della dirigenza privata sono guidati dalle donne, che oggi rappresentano il 18,3% del totale, secondo gli ultimi dati Inps, con un salto del 32,3% tra le under 35 e del 28% tra le under 40. La crescita va avanti da anni ed è continuata anche nell’ultimo periodo, nonostante la crisi che ha colpito il settore della dirigenza, escluso il terziario dove sono invece in forte crescita.

«Di fronte al calo delle donne occupate, anche di quelle in posizioni cognitive altamente qualificate, la crescita delle donne dirigenti, ancor più nel terziario, è uno spiraglio di luce importante – dice Luisa Quarta, coordinatrice Gruppo Donne Manageritalia –. Speriamo che serva a trascinare tutto il mondo del lavoro verso un maggior spazio al merito e quindi alle donne».

Anche nell’ultimo anno, dove i dirigenti sono invece tornati a crescere in modo più sostenuto (+1,1% 2019) sono aumentate quasi solo le donne (+5%), a fronte del +0,2% degli uomini. Se si guarda solo al settore dei dirigenti del terziario che hanno contratti gestiti da Manageritalia, dal 2008 al 2020, a fronte di una crescita totale del 14,7%, la presenza femminile è cresciuta del 51%. A dicembre 2020, le donne sono il 22,2% del totale, contro il 19,7% del 2019.

Nell’ascesa delle donne al grado di dirigente c’è anche una geografia che, ancora una volta, riserva qualche sorpresa. La regione più rosa è infatti il Molise con il 30% di dirigenti donne, seguita dalla Sicilia con il 25,5% e dal Lazio con il 24,1%. Arrivano poi Basilicata e Lombardia (20%). Naturalmente la Lombardia con 10.171 donne dirigenti, pari al 48,2% del totale nazionale, è trainata da Milano che da sola ne conta 8.521, il 40,4% del totale nazionale: regione e provincia insieme contano la presenza maggiore di donne dirigenti. A seguire il Lazio con 4.312 dirigenti, ossia il 20,4% e Roma con 4.165 pari al 19,7%.

Guardando la classifica dal basso invece ci sono Calabria con il 14,6%, Abruzzo con il 9,3% e Trentino-Alto Adige con il 9,2%. A influenzare questo quadro, soprattutto nelle regioni e nelle province più piccole, c’è sicuramente la presenza di imprese familiari con un limitato numero di dirigenti.

La crescita delle donne al vertice è il risultato di anni di politiche di valorizzazione della diversity e di un lavoro che è sempre più flessibile e smart. E ha favorito l’inclusione delle donne. Un dato di fatto, ormai, soprattutto nelle aziende multinazionali estere o italiane e nelle grandi realtà. Per questo secondo Manageritalia è necessario continuare su questo percorso di inclusione, anche alla luce del fatto che «dati e ricerche internazionali hanno evidenziato che il valore della differenza di genere è destinato a diventare il punto di forza e il volano della crescita».

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