Contrattazione

Scatta il nuovo welfare per 260mila lavoratori dello spettacolo

Maternità, infortuni, malattia: dopo le misure nel Sostegni bis, il quadro si completerà con un Ddl e la riforma degli ammortizzatori sociali in arrivo

di Andrea Biondi

Regole in vigore dal 1° luglio e diventate legge definitiva dello Stato con la conversione del Decreto Sostegni bis nella legge 106/2021. Per i lavoratori dello spettacolo - circa 260mila in Italia - si volta pagina in tema di welfare, fra misure comprese nel Dl, disegno di legge collegato alla manovra di bilancio che prevede una delega legislativa per il riordino dell’intero settore e riconoscimento della specificità del settore dello spettacolo anche nella riforma degli ammortizzatori sociali che proprio oggi sarà illustrata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, alle parti sociali. A partire dal Dl Sostegni bis, tutta questa architettura d’intervento promette di scrivere una nuova pagina in materia di welfare per i lavoratori dello spettacolo, che ha preso vita nel pieno dell’emergenza Covid e frutto di un lavoro che vede impegnati in tandem ministero della Cultura e ministero del Lavoro. «Sono stati mesi drammatici – spiega Lorenzo Casini, capo di gabinetto del ministero della Cultura – che hanno almeno permesso di colmare finalmente molte lacune normative. Siamo riusciti a raccogliere, grazie a un continuo lavoro di ascolto e studio, la maggior parte delle giuste istanze rappresentate da organizzazioni sindacali e associazioni».

Tutele assistenziali
Ma cosa è cambiato in concreto dall’1 luglio 2021? Si è puntato innanzitutto a un rafforzamento delle tutele assistenziali. Sulla “genitorialità” è stato modificato il sistema di calcolo delle indennità, parametrandone l’ammontare giornaliero al reddito percepito nei dodici mesi antecedenti il periodo indennizzabile, invece che nelle ultime quattro settimane. Per l’“indennità di malattia” si richiede il possesso non più di 100, ma di 40 contributi giornalieri versati al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (Fpls) dal 1° gennaio dell’anno precedente l’insorgenza della malattia. Quanto alla “retribuzione giornaliera a fini assistenziali” le nuove misure hanno innalzato da 67,14 euro a 100 euro la retribuzione massima giornaliera di riferimento per il calcolo delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, dei contributi e delle prestazioni per le indennità economiche di malattia e maternità. È prevista poi un’“assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”: i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, anche autonomi, sono automaticamente assicurati presso l’Inail.

«Alas» e previdenza
In materia di ammortizzatori, il Dl Sostegni bis introduce anche, a partire dall’1 gennaio 2022, l’“Alas”: l’assicurazione per la disoccupazione involontaria dei lavoratori autonomi dello spettacolo, oggi sprovvisti di ammortizzatori di questo tipo e senza possibilità di accedere alla Naspi. Potranno accedervi i lavoratori che non abbiano in corso rapporti di lavoro autonomo o subordinato e abbiano maturato nell’ultimo anno quindici giornate di contribuzione, con reddito non superiore a 35mila euro. L’indennità sarà corrisposta mensilmente per un numero di giornate pari alla metà delle giornate di contribuzione al Fpls nel periodo che va dal primo gennaio dell’anno precedente la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro. L’indennità, esente da tasse, non potrà in ogni caso superare la durata di sei mesi.

Il Dl Sostegni bis interviene poi sul versante previdenziale. I contributi giornalieri richiesti per l’annualità di contribuzione scendono da 120 a 90. Per gli attori cinematografici e audiovisivi – che maturano mediamente un numero di giornate più basso – si prevede che ogni giornata contributiva versata al Fondo determini l’accreditamento di un’ulteriore giornata, fino a concorrenza dei 90 contributi giornalieri annui richiesti. La maturazione dell’annualità di contribuzione sarà comunque assicurata per quei lavoratori che superano un determinato tetto di reddito (quattro volte quello minimo annuale). Infine, chi fosse sotto quella soglia reddituale e avesse però almeno 45 contributi, vedrà in ogni caso accreditate le giornate mancanti fino alle 90 necessarie. Ampliate anche le attività accreditabili a fini pensionistici con le attività di insegnamento retribuite, formazione e di carattere promozionale di spettacoli. Soprattutto, si introduce la possibilità del ricongiungimento dei contributi maturati presso altre gestioni fino a 1/3 dei contributi annuali.

Datori e misure future
Arrivano ora anche obblighi di rendicontazione per i datori di lavoro cui i lavoratori potranno chiedere il rendiconto dei contributi pensionistici versati. Le eventuali sanzioni sono severe perché possono precludere l’accesso delle imprese ai finanziamenti pubblici, come il Fus e il Fondo cinema e audiovisivo. Tutto ciò anche con lo scopo di favorire l’emersione del nero. Infine, il Dl prevede l’aggiornamento (entro 120 giorni dall’entrata in vigore) delle figure professionali tutelate (l’ultimo adeguamento è del 2005) con obbligo di revisione quinquennale. A tutto ciò si sono aggiunti il disegno di legge collegato alla manovra di bilancio che prevede una delega legislativa per il riordino del settore e la riforma degli ammortizzatori sociali che riconosce espressamente il carattere discontinuo del lavoro nello spettacolo. Fra le misure vi sono il registro per i professionisti e l’introduzione di un sostegno economico temporaneo (Set) per i lavoratori dello spettacolo autonomi e a tempo determinato sotto un certo reddito. Al momento l’onere stimato è di 250-270 milioni l’anno.

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