Previdenza

Verso l'addio all'assegno e ai bonus per assumere

Mobilità al biennio finale
Dal 1° gennaio 2017 escono di scena le liste di mobilità per i lavoratori licenziati (e gli incentivi per i datori che li assumono) , l'indennità di mobilità ordinaria e l'indennità di mobilità in deroga. L'abrogazione delle norme che regolavano questi istituti (legge 223/1991, articoli da 6 a 9) è stata disposta dalla legge «Fornero», che ha dettato anche la disciplina transitoria, applicabile dal 2013 al 2016. L'obiettivo è quello di passare gradualmente all'Aspi come unica prestazione di disoccupazione

Indennità decrescente
L'indennità di mobilità, che garantisce ai lavoratori licenziati da aziende in difficoltà un assegno sostitutivo della retribuzione, decrescerà gradualmente fino al 2016, in rapporto con l'età e con il luogo di lavoro dei beneficiari (Centro Nord o Sud)

La mobilità in deroga
Come la cassa integrazione in deroga, anche la mobilità in deroga – concessa ai lavoratori licenziati da aziende non destinatarie della normativa sulla mobilità ordinaria – è stata coinvolta dalla “stretta” stabilita con il decreto interministeriale del 1° agosto scorso. Il Dm detta i criteri per fruire dell'indennità in deroga nel 2014. Per il 2015 e il 2016, il trattamento non potrà più essere concesso ai lavoratori che alla data di decorrenza hanno già beneficiato della mobilità in deroga per almeno tre anni, anche non continuativi. Dal 2017, invece, il trattamento non potrà essere più concesso

Che cosa cambierà
A tutelare i lavoratori coperti oggi dagli ammortizzatori in deroga, dovranno essere i fondi di solidarietà bilaterali: la riforma all'esame del Senato prevede che sia fissato un termine certo per avviarli

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