Previdenza

Gestione separata, iscritti ancora in calo

di Matteo Prioschi

Continua l'emorragia di iscritti dalla gestione separata dell'Inps.

Secondo lo studio presentato ieri dall'Osservatorio dei lavori dell'Associazione 20 maggio, su dati dell'istituto di previdenza, tra il 2012 e il 2013 i lavoratori sono calati di 171.597 unità. Più precisamente, i parasubordinati sono passati da 1.426.365 a 1.259.498, mentre i professionisti sono scesi da 295.113 a 291.373. Complessivamente gli iscritti alla gestione separata sono ora 1.550.871, accentuando un trend in atto da diversi anni. Nel 2007, infatti, i lavoratori erano quasi 1,9 milioni, ma da allora il saldo tra nuove adesioni e uscite è sempre stato negativo.

Nella gestione separata dell'Inps convivono diverse figure lavorative con caratteristiche molto differenti fra loro. Il calo registrato nell'ultimo anno è da ascriversi quasi interamente ai collaboratori a progetto, i quali si sono ridotti di 145mila unità, ma che con oltre 500mila iscritti costituiscono ancora quasi la metà del totale. Secondo l'Osservatorio, a tale fenomeno ha contribuito in modo significativo la riforma Fornero (legge 92/12) che è intervenuta introducendo il rispetto dei minimi retributivi previsti per i dipendenti. Un'operazione che, sempre secondo l'Osservatorio, non ha determinato una trasformazione dei co.co.pro in dipendenti, ma piuttosto un incremento del lavoro nero o dei disoccupati.

L'altra grande categoria presente nella gestione separata è quella degli amministratori e dei sindaci di società (506.354 in tutto), che però hanno una situazione completamente differente e ottengono un reddito medio annuo di 31.892 euro, praticamente oltre tre volte i 10.218 euro medi dei co.co.pro. Nel mezzo si trovano venditori porta a porta, collaboratori e autonomi occasionali, associati in partecipazione, tutti con redditi sotto i 10mila euro, mentre gli specializzandi riescono a incassare oltre 18mila euro.

Sostanzialmente invariato, invece, il numero dei professionisti titolari di partita Iva, a poco meno di 300mila unità. Il trend 2007-2013, però, indica che questa soluzione è utilizzata sempre più dagli over 60, aumentati del 75% in sei anni. Sulle partite Iva “esclusive” peraltro grava l'aumento dell'aliquota contributiva dall'attuale 27 al 30% nel 2015, tutta a loro carico. L'innalzamento progressivo fino al 33% nel 2018, previsto dalla legge 92/12, è stato fermato temporaneamente dalla legge di stabilità dell'anno scorso, ma ora senza ulteriori interventi dovrebbe riprendere il suo corso.

L'età media è in crescita anche per i parasubordinati, dato che gli under 29 sono diminuiti in modo ben più consistente della media generale. Questa tendenza va vista anche in una prospettiva previdenziale, tanto più che finora la gestione separata è una delle poche dell'Inps ad avere conti positivi.

Gli iscritti determinano un gettito contributivo di circa 7 miliardi all'anno, ma l'equilibrio di entrate e uscite potrebbe incrinarsi nei prossimi anni, quando i lavoratori più anziani inizieranno a incassare la pensione e non saranno rimpiazzati dai giovani.

Rapporto sulla gestione separata dell'Osservatorio dei lavori

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