Previdenza

Il 31 dicembre va a regime l'unicità della posizione contributiva aziendale

di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone

Per i titolari di più posizioni contributive Inps, costituite per il versamento della contribuzione riferita a più unità operative in cui viene svolta la medesima attività, l'approssimarsi della fine dell'anno segna un momento importante: ricondurre su un'unica posizione gli adempimenti contributivi relativi a tutti i dipendenti fino ad oggi distribuiti su più matricole. Va a regime, infatti, il 31 dicembre 2014, l'obbligo dell'unicità della posizione contributiva aziendale. Ricordiamo che l'Inps, in due riprese (dapprima nella circolare n. 172/10 e, più recentemente, nella circolare n.80/14) ha precisato che la posizione contributiva deve essere di regola unica; fanno eccezione le situazioni per cui, in relazione alle caratteristiche dell'attività esercitata, possono derivare distinte classificazioni ai fini previdenziali e, di conseguenza, obblighi contributivi differenziati, in capo al medesimo datore di lavoro (per esempio attività diverse autonome tra loro, posizioni riferite a lavoratori all'estero oppure aperte per gli esodi ex articolo 4, legge 92/2012, ecc.).

Se, invece, l'attività è la stessa e le tipologie contributive non variano, la pluralità di posizioni non è più ammessa. Tuttavia, per permettere un graduale adeguamento a questi principi, l'Istituto di Previdenza ha previsto un periodo transitorio, fino al 31.12.2014, entro il quale datori di lavoro e/o intermediari devono provvedere a chiudere le posizioni contributive (matricole) secondarie e registrare, in quella prescelta, le Unità operative alle quali abbinare i lavoratori in precedenza distribuiti su più matricole.

Scendendo nel dettaglio operativo, il consulente che segue l'azienda, ovvero quest'ultima, se cura direttamente gli adempimenti con l'Inps, possono attivarsi affinché le posizioni vengano unificate. Per farlo devono accedere (accreditandosi) nei servizi online dell'Istituto, scegliere dal menu di sinistra la funzione denominata “Iscrizione e Variazione Azienda” e, all'interno, selezionare la voce “Comunicazione unità operativa/Accentramento contr.”. La procedura richiede l'indicazione della posizione contributiva. È necessario inserire la matricola che si intende mantenere. Nell'ultima pagina dell'applicativo si deve effettuare l'accentramento delle posizioni contributive da eliminare. Successivamente si dovranno agganciare alla posizione accentrante, le unità operative delle matricole in chiusura, se non già presenti. L'ultimo passaggio consisterà nella definitiva cessazione delle posizioni ridondanti.

La circolare Inps 80/2014 ha, di fatto, impresso un colpo di acceleratore alla concretizzazione del progetto “posizione contributiva unica” avviato – se pure timidamente - alcuni anni fa. Non vi è dubbio che in alcuni casi questa scelta dell'Istituto potrebbe creare delle difficoltà: talune di esse potrebbero essere di tipo operativo, altre di diversa natura. Presumibilmente una particolare attenzione dovrà essere riservata alle situazioni in cui si registrano operazioni tra di loro collegate e riconducibili alla singola matricola aziendale (ad esempio, posizioni su cui viene conguagliata la CIG eccetera). Si tratta di aspetti di carattere tecnico per cui l'Inps individuerà le idonee soluzioni.

Vi sono, inoltre, situazioni in cui l'esistenza della doppia posizione, riferita alla medesima attività, è stata voluta dall'azienda per meri motivi di riservatezza. La circostanza più ricorrente si riferisce alla presenza di un'apposita matricola aziendale istituita per i dirigenti. In tale evenienza non vi è dubbio che, in presenza del medesimo C.S.C. (codice statistico contributivo), ci si trova di fronte a una duplicazione ingiustificabile in quanto non rientrante in nessuno dei casi che consentono il mantenimento di una posizione contributiva distinta.

Non può, tuttavia, sottacersi che, nel corso degli anni, la consuetudine aziendale a gestire separatamente il personale con qualifica dirigenziale, dalle altre tipologie di lavoratori presenti in azienda si sia ramificata. Sulla scia di quanto affermato nella circolare 80/2014, è difficile immaginare che l'Inps possa ritornare sui propri passi consentendo alle aziende di continuare a gestire i dirigenti con posizione autonoma. Per mantenere la riservatezza voluta, i datori di lavoro, quindi, dovranno far ricorso a strumenti informatici interni.

Infine, dobbiamo anche dare un'occhiata allo scenario che si delineerebbe nell'ipotesi in cui l'azienda, entro il 31 dicembre di quest'anno, non si attivi per l'unificazione della posizione. La circolare 80/2014 al fine di agevolare l'adeguamento ha individuato nel 31 dicembre 2014, la data limite entro cui i datori di lavoro possono agire per provvedere autonomamente a chiudere le doppie posizioni seguendo la procedura sopra illustrata.

Dal 1° gennaio del prossimo anno, le Sedi dell'Inps – dunque - avranno via libera per procedere d'ufficio alla definizione di quelle situazioni che ancora presentano duplicazioni di matricole. Occorre, tuttavia, non sottovalutare il messaggio che la Direzione Generale dell'Istituto ha voluto diffondere nella circolare. Infatti, nel documento, testualmente si legge: “ In caso di mancato adempimento, le Sedi - dopo aver attivato le opportune sinergie - cesseranno d'ufficio le posizioni contributive secondarie aventi il medesimo inquadramento previdenziale della posizione primaria”. Questa affermazione deve, necessariamente, essere interpretata nel senso che le Sedi Inps competenti, dopo aver constatato l'esistenza di più posizioni con lo stesso inquadramento previdenziale, dovranno contattare l'azienda e individuare, in sinergia, quali posizioni chiudere e quale matricola lasciare in funzione. La chiusura d'ufficio, della posizione, sarà eseguita solo ed esclusivamente nei casi in cui l'azienda contattata, non si sia dichiarata disponibile a interagire con la Sede.

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