Previdenza

Il calcolo contributivo pro-rata dal 2012 in linea con i risultati del vecchio sistema

di Alessandra Carta

La legge di Stabilità ha introdotto novità riguardanti il calcolo dei trattamenti pensionistici nei confronti di coloro che al 31 dicembre 2011 rientravano nel “vecchio” sistema retributivo. La disposizione modifica l'articolo 24, comma 2 del decreto legge 201/2011, che aveva introdotto per tutti i lavoratori la quota contributiva di pensione (quota che era già in vigore, ma solo per chi aveva meno di 18 anni al 31 dicembre 1995).

Il limite

La legge di Stabilità, al comma 707, prevede che «l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima della data di entrata in vigore del presente decreto computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l'anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa».

Dalla lettura della norma si evince che destinatari di tale disposizione sono tutti i soggetti che al 31 dicembre 1995 possono vantare una anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni e nei confronti dei quali la riforma Fornero aveva introdotto, per le anzianità maturate dal 1° gennaio 2012 la quota contributiva di pensione, con il meccanismo del pro- rata.

Normalmente il calcolo della pensione effettuato con il sistema contributivo è meno vantaggioso rispetto a quello retributivo. Nel primo caso, infatti, l'assegno è determinato esclusivamente dal montante contributivo e dal coefficiente di trasformazione legato all'età posseduta alla decorrenza della pensione; nel secondo, invece, il calcolo avviene tenendo conto delle retribuzioni percepite negli ultimi anni della carriera lavorativa e delle aliquote di rendimento. Alcuni lavoratori, però, con il calcolo della quota contributiva della pensione a decorrere dal 1° gennaio 2012 ottengono un assegno pensionistico più elevato rispetto a quello che avrebbero percepito con il “vecchio” sistema retributivo. Chi sono questi fortunati? Sono soprattutto coloro che possono andare in pensione molto tardi (70 – 75 anni) e che al 31 dicembre 2011 possedevano la massima anzianità contributiva (pari o superiore a 40 anni) e avevano già raggiunto il massimo della pensione. Con il calcolo del pro–rata, assistiamo, dunque, a un incremento del trattamento, in virtù della valorizzazione delle anzianità contributive successive ai 40 anni.

Norma con valenza retroattiva

La finalità della norma è, pertanto, quella di limitare la crescita dei trattamenti pensionistici, stabilendo che l'assegno calcolato con il pro–rata non potrà essere più elevato rispetto a quello che sarebbe spettato applicando le regole esistenti prima dell'entrata in vigore della riforma Fornero. Il tetto previsto da tale disposizione si applicherà su tutti i trattamenti pensionistici, anche quelli già liquidati negli anni precedenti, ma dal 2015.

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