L'esperto rispondePrevidenza

Compensazione dell’indennità di malattia

di Rossella Quintavalle

La domanda

Se la retribuzione lorda del mese precedente presa a riferimento per il calcolo della malattia risulta alta per effetto del pagamento - per esempio - di ore di straordinario, tale da determinare un'integrazione azienda negativa, è possibile decurtarla dalla carenza? Esempio: ind. INPS lord. 125,00 - CAR. MAL. 280,00 - int. c/ditta -30,00. Nel LUL: ind. INPS 125,00 - CAR. MAL. 250,00? oppure ind. INPS 125,00 - CAR. MAL. 280,00 - int. c/ditta zero?

Non essendo indicato nel quesito a quale CCNL si fa riferimento occorre considerare che nella maggior parte dei Contratti Collettivi Nazionali che prevedono l’intervento dell’Inps per il pagamento di un periodo di astensione dal lavoro causato da evento morboso, è stabilito che il lavoratore ha diritto a percepire una integrazione dell'indennità a carico dell'INPS (con percentuali diverse a seconda della categoria dei beneficiari e secondo quanto stabilito dai contratti), da corrispondersi a carico del datore di lavoro, in modo da raggiungere complessivamente lo stesso importo, al netto dei contributi, che il lavoratore avrebbe percepito in caso di normale svolgimento del rapporto. I primi tre giorni di malattia, indicati con il termine di carenza, a volte sono distintamente e specificatamente posti a carico dell'azienda mentre l’integrazione da parte del datore di lavoro di quanto indennizzato dall’Inps, decorre dal 4° giorno di malattia fino a un massimo di 180 giorni complessivi in ciascun anno solare. La retribuzione da prendere a riferimento per il calcolo dell’indennità malattia Inps, è quella imponibile di cui all’art. 12 della legge n. 153/1969, ed è riferita al mese precedente comprendendo tutto ciò che il lavoratore riceve dal datore di lavoro, in danaro o in natura, al lordo di qualsiasi ritenuta, comprensiva dunque anche di eventuali compensi per lavoro straordinario o premi di incentivazione, permessi non goduti ecc. alla quale vanno aggiunti i ratei delle mensilità aggiuntive previste dal contratto. Tale retribuzione di riferimento potrebbe rendere il calcolo dell’indennità erogata dall’istituto talmente elevato tanto da far venire meno l’integrazione da parte della ditta, anche per effetto dell’istituto della lordizzazione. Attraverso l’applicazione della lordizzazione, infatti, viene considerata l'incidenza della contribuzione a carico lavoratore facendo si che l'integrazione a carico del datore di lavoro venga determinata per differenza tra la normale retribuzione lorda e l'indennità Inps lordizzata, sempre nel rispetto della garanzia della retribuzione netta che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato. Premesso quanto sopra, il datore di lavoro non deve corrispondere alcuna “integrazione” qualora l'indennità dell'Inps "lordizzata", da sola, sia tale da garantire la retribuzione corrispondente alle percentuali spettanti indicati nella contrattazione collettiva di riferimento. A parere di chi scrive sono determinanti, ai fini della compilazione del LUL, le specifiche disposizioni contrattuali di riferimento relative agli eventuali obblighi di integrazione a carico ditta dell’indennità erogata dall'Inps. Per rispondere al quesito e sapere se decurtare l’importo negativo dalla carenza, occorre quindi valutare se la disciplina contrattuale relativa alla malattia tratti l’evento senza fare distinzioni tra periodo di carenza e periodo indennizzato dall’istituto o se stabilisca invece chiaramente che per i primi tre giorni di malattia il 100% della paga globale sia posto a carico del datore di lavoro, e solo dal 4° giorno in poi intervenga l'istituto dell’integrazione.

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