Previdenza

Anticipo pensionistico, pronti 285mila avvisi

di Matteo Prioschi

A partire da febbraio 150mila “buste arancioni” e 135mila email verranno spedite dall’Inps alla platea dei potenziali utilizzatori dell’anticipo pensionistico (Ape). La notizia è stata data ieri dal presidente dell’istituto di previdenza Tito Boeri nel corso del suo intervento a Tuttopensioni 2017, che si è svolto a Milano presso la sede del Sole 24 Ore.

L’invio delle comunicazioni fa parte di un impegno informativo, relativo a tutte le novità previdenziali contenute nella legge di Bilancio, che l’Inps sta portando avanti sia a livello di singoli contribuenti che nei confronti dell’opinione pubblica in generale.

Secondo Boeri «dopo anni in cui i requisiti (per il pensionamento, ndr) erano stati inaspriti e al termine di una crisi molto profonda per l’economia italiana, è presumibile ci sarà una fortissima pressione per poter utilizzare i margini di flessibilità che la legge oggi consente in un modo altamente selettivo, perché solo alcune categorie di lavoratori potranno accedere a queste forme di uscita anticipata. Credo che potremo aspettarci una fortissima domanda di informazioni da parte delle persone potenzialmente interessate. Inoltre l’Ape volontaria è un’architettura estremamente complessa con forti implicazioni sul futuro pensionistico delle persone».

Per questo motivo alla platea dei potenziali fruitori dell’anticipo verrà spedita una busta arancione che, oltre a contenere le informazioni sulla situazione contributiva e una proiezione di futura pensione, è stata arricchita con un box sull’anticipo pensionistico. Si tratta di circa 150mila persone che hanno già (o compiranno) 63 anni entro il 31 dicembre 2018, matureranno almeno 20 anni di contributi entro la stessa data, raggiungeranno la pensione anticipata dopo l’Ape.

La platea iniziale di riferimento, ha affermato Boeri, è di 285mila persone, ma «alcune di queste hanno già il Pin. A loro manderemo un’email con l’invito ad accedere al sito». Per tutti gli altri, invece, l’invito è a dotarsi di Spid (l’identità digitale che consente di interagire con tutta la pubblica amministrazione) «affinché possano d’ora in poi avere accesso online al sito Inps e avere tutte le simulazioni che servono loro per compiere in modo più informato possibile una scelta a questo riguardo. L’obiettivo che ci diamo con la campagna di invio delle lettere a casa dei contribuenti è farli interloquire con noi in maniera più interattiva e avere più informazioni».

A fronte di questo previsto aumento della richiesta di informazioni l’Inps risponde anche con un rafforzamento della presenza sul territorio per effetto del piano di riorganizzazione dell’istituto, con il potenziamento delle direzioni territoriali rispetto a quelle centrali. «Magari avremo meno sedi ma più punti Inps nei singoli comuni» ha precisato il presidente, che però ha ribadito la necessità di poter effettuare nuove assunzioni, tenuto conto che da qualche tempo l’istituto perde circa cento dipendenti ogni mese.

Intanto a livello governativo-istituzionale procede il cammino per rendere operativa l’Ape: sono necessari due decreti del presidente del Consiglio dei ministri, due accordi tra ministeri e Abi e Ania, un accordo tra Inps e Mef che, secondo quanto affermato ieri da Stefano Patriarca, consigliere economico unità di coordinamento della politica economica della Presidenza del consiglio, dovrebbero essere pronti per inizio-metà di febbraio e, per previsione della legge di Bilancio, dovrebbero essere emanati entro il 2 marzo. Peraltro non sono esclusi correttivi per quanto riguarda la ricaduta sul meccanismo dell’Ape dell’adeguamento dei requisiti previdenziali alla variazione della speranza di vita e in caso di rimborso anticipato del prestito che finanzia l’Ape volontaria.

La «busta arancione»

Il percorso per l'attuazione dell'Ape

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