Previdenza

Collaboratori, disoccupazione verso la conferma

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

In arrivo una soluzione “ponte” per assicurare ai collaboratori che perdono il lavoro il pagamento della Dis-Coll scaduta a fine 2016, insieme a un intervento per rendere strutturale questa indennità di disoccupazione.

L’ammortizzatore introdotto in via sperimentale nel 2015, poi prorogato nel 2016, offre una copertura a collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata (anche a progetto, ad eccezione dei titolari di pensione, assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie e titolari di partita Iva).

La norma transitoria per assicurare la continuità nell'erogazione della prestazione è inserita in un emendamento del governo, presentato da Annamaria Parente (Pd), in sede di conversione in legge del Dl Milleproroghe in commissione Affari costituzionali del Senato: prevede una copertura di 20 milioni fino a luglio.

In attesa che la Dis-Coll diventi strutturale, attraverso un emendamento all'articolo 6 del Ddl sul lavoro autonomo, all'esame della commissione Lavoro della Camera, che affida una delega al governo per rafforzare le misure di welfare per i professionisti cosiddetti “ordinisti”.

Con l’intervento allo studio dei tecnici di Palazzo Chigi e ministero del Lavoro, rientreranno in questa delega anche i professionisti non ordinisti, quelli iscritti alla gestione separata Inps, vale a dire i collaboratori, compresi quelli a progetto.

La delega, infatti, punta ad estendere le misure di welfare – dalla maternità alla malattia – a eventuali perdite di reddito superiori al 30%, ricomprendendovi per i collaboratori anche l'indennità Dis-Coll, che da sperimentale diventerebbe strutturale. Per finanziare questa misura si interverrà sulle aliquote assistenziali degli iscritti alla gestione separata.

Per effetto della legge di Bilancio l’aliquota contributiva per tutti i professionisti è stata sterilizzata al 25%. Questa aliquota non verrebbe toccata, mentre quella assistenziale, pari allo 0,72%, dovrebbe salire allo 0,78%; con le risorse (ancora in via di definizione al Mef) si finanzierà una parte della delega, allargando le misure di welfare agli iscritti alla gestione separata e rendendo stabile la prestazione.

«La Dis-Coll è sempre stata una misura senza copertura contributiva e sperimentale – spiega il capo del team di esperti economici di Palazzo Chigi, Marco Leonardi –, con la delega verrà resa strutturale ritoccando l'aliquota assistenziale della gestione separata, ora che l'aliquota contributiva è scesa al 25%».

Gli effetti di questo intervento strutturale non saranno immediati: va prima emanata la delega, poi servirà che l'Inps riapra le funzioni per chiedere ed erogare la Dis-Coll. «È positivo che il governo abbia deciso di risolvere il problema – spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) –. Come relatore presenterò l'emendamento per rendere strutturale la tutela per i collaboratori».

L’emendamento presentato al Dl Milleproroghe in origine da Annamaria Parente per confermare nel 2017 la Dis-Coll aveva una previsione di costo di 54 milioni di euro, ed era stato ritirato per problemi di copertura. Prima che il governo annunciasse il doppio intervento – “strutturale” e “ponte” – per garantire l'erogazione della Dis-Coll anche a chi ne faccia richiesta oltre i termini scaduti del 31 dicembre 2016, i sindacati avevano lanciato l'allarme sugli effetti negativi della mancata proroga per i collaboratori.

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