Previdenza

Il Civ «boccia» il bilancio Inps per il 2017

di Davide Colombo

Dieci voti contrari, sette astenuti e uno a favore, quello del rappresentante del ministero del Lavoro. Con questi numeri, ieri, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps ha alzato formalmente il disco rosso sul bilancio preventivo per il 2017, un esercizio che dovrebbe chiudersi con un patrimonio netto negativo per 7,8 miliardi, in peggioramento di 6,1 miliardi rispetto al 2016 e in linea con un risultato economico a sua volta negativo per 6,1 miliardi (1,498 miliardi in meno rispetto al 2016). In una nota diffusa dopo la riunione mattutina il Civ ha spiegato la scelta sottolineando la «carenze di risposte da parte dell’Istituto» su punti rilevanti come «i crediti contributivi e il patrimonio immobiliare, già oggetto di osservazione del Collegio del sindaci e del ministero del Lavoro».

La bocciatura fa scattare la procedura di valutazione dei due ministeri vigilanti, Lavoro e Economia, che hanno ora sessanta giorni per esaminare tutti i documenti ed approvare il bilancio, con la garanzia, come ha spiegato il ministro Giuliano Poletti, che la decisione del Civ «non ha conseguenze sui cittadini che percepiscono le pensioni e altre prestazioni e non c’è nessun problema sulla sostenibilità del sistema». Al termine dell’incontro con i sindacati sul dossier previdenza Poletti ha spiegato che l’inedita situazione sarà affrontata «molto velocemente» mentre nell’ambito del confronto tecnico-politico con i sindacati si affronterà «in via definitiva» anche la questione della governance dell’Inps e dell’Inail. Per l’Istituto ha invece preso posizione il direttore generale, Gabriella Di Michele, che ha definito «strumentali» le motivazioni del Civ: «Negli ultimi anni – ha ricordato – il Civ ha sempre approvato il bilancio. Quest’ anno i risultati delle entrate sono positivi e c’é un recupero crediti che aumenta del 6%». La Di Michele ha poi aggiunto che la decisione di votare no potrebbe essere legata anche ad una «non coincidente opinione sulle modalità di gestione dell’ente pubblico» a partire dalla recente riorganizzazione. «Noi eroghiamo le prestazioni come prevede la legge – ha concluso – e queste restano garantite».

In una nota tecnica diffusa dall’Inps si ricorda, tra l’altro, che per quest’anno sono previste entrate per 405,2 miliardi e spese per 411,7 miliardi. Alla voce entrate concorrono entrate contributive accertate per 219,2 miliardi, cui si aggiunge un apporto dello Stato per 109,6 miliardi di cui 107,3 come trasferimenti a titolo definitivo e 2,2 come «anticipazioni di bilancio».

Di tono assai diverse le reazioni dei sindacati. Dal Civ è arrivata una bocciatura «con numeri imponenti - ha affermato la segretaria della Cgil, Susanna Camusso -. Da tempo chiediamo si risolvano una serie di problemi. Non voglio personalizzare ma è chiaro che il modello non funziona». «La Uil – ha detto il segretario generale, Carmelo Barbagallo – ha sempre bocciato il bilancio dell’Inps considerandolo falsato dalla mancata separazione di assistenza e previdenza. Nel corso degli ultimi anni, poi, si sono aggiunti ulteriori aspetti negativi da noi sistematicamente evidenziati. Oggi, finalmente, la stragrande maggioranza del Civ dell’Inps ha votato contro il bilancio o si è astenuto. È un giudizio di cui non si può non tenere conto».

Per la Cisl la questione del bilancio s’intreccia a doppio filo con quella della governance, tema sollevato «da almeno tre anni» ha scandito la segretaria Annamaria Furlan. «Il Governo ha il dovere di trovare una soluzione – ha spiegato Furlan – che salvaguardi il ruolo di indirizzo e controllo dei lavoratori e delle imprese dell’Inps perchè si tratta di risorse che appartengono a questi soggetti. È doveroso ristabilire un criterio di maggiore trasparenza nella gestione dei contributi e di neccessaria condivisione nell’organizzazione dell’istituto, evitando fughe in avanti che non servono a nessuno».

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