Previdenza

Casse di previdenza aperte ai «senz’Albo»

di Federica Micardi

È arrivato il momento di revisionare il sistema della C asse di previdenza dei professionisti. A pensarlo sono i vertici della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza; il presidente Lello Di Gioia e i vice presidenti Titti Di Salvo e Giuseppe Galati hanno infatti presentato una proposta di legge (atto Camera 4495) che ri-disciplina gli enti previdenziali privati.

Tra le novità: l’apertura anche alle professioni “non ordinistiche”, l’accorpamento tra enti da stimolare con la tassazione agevolata, la costituzione di un fondo di garanzia tra gli enti (a stabilirne il funzionamento sarà un decreto ministeriale), il definitivo chiarimento della natura “privata” delle Casse. La proposta di riforma interviene anche sul sistema dei controlli, riconoscendo un maggior potere alla Covip, riducendo i ministeri coinvolti e prevedendo lo scioglimento degli enti che si trovano in una situazione di squilibrio finanziario non sanabile.

Ma andiamo con ordine. La proposta di legge Di Gioia-Di Salvo-Galati è composta da 20 articoli e 6 sei capitoli. L’articolo 1, che delinea l’ambito di applicazione, apre l’iscrizione anche «agli appartenenti a professioni non organizzate in Ordini e collegi», ex lege 4–2013 purché non esercitate nella forma del lavoro dipendente. Quest’apertura si accompagna al divieto di costituire nuovi enti monocategoriali (articolo 3, comma 1).

Per incentivare l’accorpamento degli enti già esistenti la proposta di legge prevede una tassazione agevolata, pari al 15% quando quella generale proposta, armonizzata a quella dei fondi di previdenza complementare, è del 20%. La leva fiscale viene anche prevista per agevolare gli investimenti nell’economia reale, anche in questo caso la tassazione prevista è del 15%.

Sulla pressione fiscale, nell’introduzione al testo, si auspica che anche in Italia - finanza pubblica e Patto di stabilità europeo permettendo - si arrivi a tassare il risparmio previdenziale solo al momento dell’erogazione, come accade nella maggioranza dei Paesi europei. Una mossa oggi non applicabile.

Sul fronte del controllo la proposta di legge prevede di affidarlo alla Covip, e che ci siano due soli ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia), che hanno tempo 60 giorni per esprimersi sui documenti degli enti - segnalazioni periodiche, bilanci eccetera - scaduto questo termine scatta il silenzio-assenso. Un ruolo di controllo è anche affidato alla Commissione parlamentare di vigilanza degli enti. Il testo interviene inoltre sulla rappresentanza del Cda (massimo 5 membri) e i componenti assembleari (massimo 40).Per evitare il conflitto di interesse è, inoltre, previsto il divieto di nomina di rappresentanti ministeriali nei collegi sindacali degli enti. Pugno di ferro per le Casse che si trovano in situazioni di disavanzo economico-finanziario, gli step (articolo 8) sono due: la nomina di un commissario gestore e se in un triennio la Cassa commissariata non torna in equilibrio scatta la procedura di liquidazione.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©