Previdenza

Enasarco, meno case e più investimenti nell’economia reale

di Giorgio Costa

Patrimonio a 7,1 miliardi (6,97 nel 2015), saldo della gestione previdenziale positivo per 43 milioni mentre per quella assistenziale il saldo è a +95,2 milioni. I numeri emergono dal bilancio sociale 2016 della Fondazione Enasarco , l’ente che assicura il trattamento previdenziale (integrativo rispetto al primo pilastro dell’Inps) e quello assistenziale ai 238.092 agenti di commercio attivi in Italia. Nel complesso i dati gestionali indicano un avanzo di 119,8 milioni che si confronta con i 107,3 milioni del 2015. Numeri resi possibili anche dal rendimento lordo del patrimonio che, a valori contabili, calcolato rispetto al valore medio di portafoglio, si attesta sul 2,1% (3,7% nel 2015).

Al netto del carico fiscale e delle svalutazioni ritenute durevoli, il rendimento netto si attesta all’1% (1,2% nel 2015). Attualmente circa il 35% del patrimonio della Fondazione è rappresentato da liquidità, frutto di politiche di ristrutturazione e rinegoziazione degli investimenti in essere, di dismissioni immobiliari, nonché di nuovi investimenti effettuati (al 31 dicembre 2011 la componente liquida del portafoglio si attestava a circa il 5% dell’intero patrimonio).

Per quel che riguarda gli immobili, a fronte di oltre 15.500 unità immobiliari offerte in acquisto con diritto di prelazione, alla data del 31 dicembre 2016 sono state vendute complessivamente 8.705 unità principali oltre alle relative pertinenze (cantine, soffitte, box, posti auto) per un incasso complessivo di circa 1,6 miliardi, che ha portato una plusvalenza lorda rispetto ai valori di bilancio del 38 per cento.

«La Fondazione Enasarco sta attraversando la più rilevante e decisiva fase di modernizzazione e riorganizzazione dalla sua nascita. La nuova governance, frutto delle innovazioni introdotte un anno fa – spiega il presidente di Enasarco, Gianroberto Costa - ha prodotto la nascita di un’Enasarco, più solida, più trasparente, più efficiente e sicuramente più vicina ai bisogni degli iscritti». Ma anche più vicina all’economia reale per contribuire alla crescita di un Paese in cui i consumi flettono e ciò si riflette sui numeri della categoria, scesa di oltre 20mila unità tra il 2012 e il 2016 ma con contributi dichiarati nell’ultimo anno per 960,4 milioni (erano stati 909,7 nel 2015) in crescita grazie anche al progressivo aumento dell’aliquota ora al 15,10 per cento . «E anche proprio per sostenere l’economia reale che - spiega Costa - stiamo investendo e scommettendo sulle imprese piccole e medie che hanno chance di diventare protagoniste del mercato e che garantiscono congrui ritorni sull’investimento ai nostri iscritti, ai quali dobbiamo garantire la copertura pensionistica per cinquanta anni». In questo senso, 700 milioni è il totale degli investimenti che la Fondazione detiene in quote di fondi di private equity, infrastrutturali e private debt, cui si aggiungono 200 milioni di investimenti nel private equity destinati a 15 aziende italiane che operano in differenti settori.

Tabella / Le forze in campo

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©