Previdenza

Assegno di ricollocazione anche in Sicilia

di Gianni Bocchieri

Dopo la conferma delle loro competenze costituzionali, diverse Regioni si stanno dotando di sistemi di politica attiva da affiancare all’ assegno di ricollocazione del Jobs Act, attualmente realizzato attraverso una sperimentazione rivolta a circa 30mila lavoratori.

Oltre alla Lombardia con la sua “Dote unica lavoro” partita nel 2013, anche Lazio, Sardegna e Toscana hanno costruito misure per la ricollocazione dei lavoratori disoccupati, in alcuni casi destinati a platee mirate.

L'ultimo caso di misura regionale di politica attiva è quello della Sicilia , denominata “contratto di ricollocazione”, rivolta ai disoccupati più svantaggiati, con un Isee inferiore a 20mila euro, non percettori di altre forme di sostegno al reddito, distinti in quattro fasce d’età (da 18 a 29 anni, da 30 a 40, da 41 a 50, da 51 a 66 anni) cui corrispondono diverse dotazioni finanziarie.

Il contratto di ricollocazione prevede una serie di servizi modulati proporzionalmente alla fascia di profilazione dei disoccupati, che ne misura la distanza dal mercato del lavoro. In sostanza, maggiore è la difficoltà teorica della persona di essere ricollocata, più elevato è l’ammontare massimo delle risorse riconosciute all’operatore pubblico o privato accreditato che realizza l’inserimento lavorativo. Oltre al rimborso di attività a processo secondo costi standard, all’operatore è riconosciuto un “premio” in caso di assunzione del disoccupato con un contratto di lavoro dipendente di almeno sei mesi o nel caso di avvio di un’attività di impresa. Al disoccupato che partecipa alla misura e che ha sottoscritto un Piano personale di inserimento (Pip) viene riconosciuta un’indennità di partecipazione, che arriva fino a di 944 euro complessive in caso di profiling alto.

Per l’avvio del percorso di ricollocazione sono previste cinque tappe preliminari. In particolare, i disoccupati che intendono accedere al contratto di ricollocazione dovranno farne richiesta in via telematica o presentandosi in uno dei 65 centri per l’impiego (Cpi) della Regione, che poi verrà valutata dall’amministrazione. Ricevute le domande, per ciascuna fascia d’età, la Regione stila una graduatoria tenendo conto di una serie di parametri per determinare le priorità all’interno di ciascuna fascia: il reddito ricavato dal modello Isee indicato nella domanda, l’età, il genere femminile, fino ad arrivare al sorteggio nel caso di parità. Questo è forse il punto più debole della procedura, che rischia di far arenare la partenza del contratto alla prima impugnativa del potenziale beneficiario che si vedrà escluso dalla graduatoria.

Individuati i destinatari, si procede all’assegnazione per ciascun destinatario del valore massimo riconosciuto a ciascun assegno (esito positivo e profiling basso: 8mila euro) cui si aggiunge l’importo massimo della indennità (944 euro). Approvata poi la graduatoria, si procede alla convocazione delle persone, fino a concorrenza della dotazione finanziaria destinata ai diversi gruppi di destinatari. Successivamente si definisce la data per la sottoscrizione del contratto di ricollocazione.

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