Previdenza

Ape, la «rata» pesa tra 4,2 e 4,6%

di Marco Rogari

Dal 4,2% al 4,6%. Sarebbe l’oscillazione del peso della rata sulla pensione netta maturata per ogni anno di Anticipo pensionistico “volontario” su una media di 20 anni, con un tasso di finanziamento del 2,7-2,8% e un premio assicurativo pari al 30-32% del capitale, partendo una pensione netta maturata di 750 euro al mese e arrivando a un assegno di 2mila euro. La simulazione è sviluppata sulla base delle ultime ipotesi circolate, dopo la firma da parte del premier Paolo Gentiloni del Dpcm attuativo dell’Ape volontaria, sul tasso d’interesse sul finanziamento e sulla misura del premio assicurativo del rischio di premorienza in attesa che nelle prossime settimane (entro un mese dall’entrata in vigore dal provvedimento) vengano messi nero su bianco gli accordi quadro con le banche e le assicurazioni.

Anche il team economico di Palazzo Chigi, con a capo Marco Leonardi e del quale fa parte Stefano Patriarca, dovrebbe avere già preparato alcune “proiezioni” che sarebbero però destinate a rimanere congelate fino alla definizione delle intese con Abi e Ania e che in alcuni punti potrebbero essere non in linea con le ipotesi delle ultime settimane. Ipotesi che, al momento, partono da un “tasso” del 2,7-2,8% con un premio assicurativo tra 30 e il 32% del capitale. Come previsto dal dispositivo dell’Ape volontaria (ideata lo scorso anno dall’allora sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, insieme all’Ape social), va tenuto conto di una commissione per il fondo di garanzia (1,6%) e di una detrazione fiscale del 50% sulla quota degli interessi e del premio assicurativo (così come indicato dall’ultima legge di bilancio). Per la restituzione del prestito il cosiddetto periodo di riferimento è di 20 anni.

Con questa griglia di partenza, nel caso di un lavoratore con una pensione mensile maturata e certificata dall’Inps di 750 euro netti (822 euro lordi, inclusa cioè l’Irpef) che richieda un’Ape volontaria dell’85% (638 euro) e un prestito-ponte di 12 mesi, la rata mensile ammonterebbe (considerando 11 euro di detrazione fiscale) a 55 euro e andrebbe a incidere per il 4,6% per ogni anno d’anticipo sul “nuovo” assegno pensionistico netto che sarebbe a questo punto di 706 euro al mese. Con una pensione netta maturata di mille euro (1.192 euro lordi) e la richiesta di Ape volontaria dell’80% per 24 mesi, la rata, “addolcita” da 30 euro di detrazione, sarebbe invece di 141 euro mensili e inciderebbe per il 4,4% su un assegno netto di 889 euro depurato da Anticipo pensionistico e agevolazione fiscale.

Allo stesso livello si attesterebbe il peso della rata per un lavoratore con una pensione abbastanza pesante (2mila euro netti mensili) che presenta domanda per un Ape volontaria al 75% per 43 mesi: la restituzione mensile ammonterebbe a 493 euro e la pensione netta calerebbe, al momento della sua erogazione, a 1.617 euro. L’incidenza della rata scenderebbe ulteriormente, al 4,2%, per un lavoratore che matura una pensione netta di 1.250 euro mensili e chiede per 36 mesi un “prestito” del 75%: la restituzione mensile sarebbe di 254 euro e la pensione netta usufruibile sarebbe di 1.051 euro.

Quattro simulazioni per l'Ape volontaria

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