Previdenza

Sistema italiano promosso a metà

di Marco lo Conte

Bocciata per sostenibilità pensionistica, promossa per la qualità della previdenza privata, in buona compagnia con altri Paesi industrializzati per la concentrazione di fattori di debolezza. Molte ombre e qualche luce per l’Italia nel rapporto Melbourne Mercer Global Pension Index, diffuso oggi a livello mondiale, che prende in esame nell’edizione 2017 trenta Paesi. Quest’anno l’Italia è ventesima, con 50,8 punti contro una media di 59,9 precedendo molti Paesi emergenti. Tra quelli più industrializzati, solo il Giappone totalizza un punteggio inferiore, mentre la Danimarca si conferma in testa alla classifica per il sesto anno consecutivo. L’indagine analizza i parametri di adeguatezza delle prestazioni, la sostenibilità prospettica del sistema pensionistico e l’integrità dei sistemi, ossia la qualità normativa, la governance del rischio e la fiducia degli aderenti. Se l’Italia ottiene un buon risultato alla prima voce (66,2 su 100), è il tema sostenibilità quello più dolente: 16,4 punti su 100 è il risultato più basso dell'indagine. Il rapporto Mercer evidenzia tra i punti di debolezza alcuni fattori strutturali: la bassa partecipazione al lavoro degli over 55enni, il basso tasso di fertilità (sotto 1,5 per donna) e il conseguente tasso di anzianità della popolazione. Il che carica sulle spalle dello Stato e della finanza pubblica l'onere di supportare le pensioni dei lavoratori, peraltro dipendente dalla crescita dell'economia nazionale e dal debito pubblico.

Sono tuttavia i comportamenti degli individui in grado di mettere in campo le contromisure per rendere più sostenibile, risparmiando in maniera adeguata e contribuendo così a rafforzare le imprese destinatarie di investimenti e un mercato del lavoro in cui il tasso di attivi è ancora troppo basso. Ma a complicare questa dinamica c'è la bassa adesione ai fondi pensione, sottoscritti dal 28% circa degli aventi diritto, con accantonamenti pari solo al 9% del Pil.

«Italia, così come Giappone, Austria e Francia d'altronde, potrebbero non rivelarsi in grado di fornire adeguato sostegno nella terza età dei lavoratori attivi presenti e futuri. Sebbene siano stati intrapresi correttivi, è necessaria – dice Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia - una riflessione più vasta. La ricerca ci dice come manchi ancora un approccio diversificato al sistema pensionistico, in un Paese in cui storicamente, per una vecchiaia serena, è sempre bastata la pensione pubblica».

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