Previdenza

Un anno di Cigs in più per le aziende in crisi

di Claudio Tucci

Fino a 12 mesi di Cigs in più per le imprese “in crisi” con organico superiore a 100 unità lavorative, di «rilevanza economica strategica», anche a livello regionale. La proroga “ponte” dell’ammortizzatore straordinario potrà scattare se il programma di riorganizzazione aziendale prevede «investimenti complessi» non attuabili nel tetto massimo di durata della Cigs (oggi 24 mesi); o se sono in pista «piani di recupero occupazionale», compresi gli interventi di ricollocazione degli esuberi.

Nelle ultimissime bozze della manovra è spuntata una prima deroga (di peso) alle nuove, e più stringenti, regole sulla cassa integrazione introdotte dal Jobs act: l’eventuale allungamento della Cigs varrà per il 2018 e il 2019, e sarà finanziato con 100 milioni di euro per ciascuno dei due anni (si pescherà dal fondo occupazione e formazione). Nel caso ci sia bisogno di «interventi correttivi complessi» (finalizzati, comunque, a garantire continuità dell’attività aziendale e salvaguardia dell’occupazione) si potrà autorizzare un “prosieguo” di Cigs fino a un massimo di sei mensilità.

Per ottenere 12 o sei mesi aggiuntivi di cassa straordinaria l’impresa dovrà presentare piani di gestione che prevedano «specifiche azioni di politiche attive» concordati con le regioni interessate. Da quanto si apprende, la norma punterebbe a fornire un sostegno al reddito ai lavoratori di un’ottantina di imprese sparse in tutt’Italia.

La bozza di legge di Bilancio contiene, poi, una norma mirata per le aree di crisi complessa: anche qui si apre a un rafforzamento dei sussidi, consentendo, nel 2018, la prosecuzione della Cigs e, pure, della mobilità in deroga. Non ci sarebbero però risorse aggiuntive. L’ampliamento verrebbe finanziato con fondi non spesi.

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